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Interstellar

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Interstellar

di Lord Holy
9 stelle

«Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercare e semplicemente supporre come fossero avvolte nell'oscurità, o fossero nel trascendente, fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io invisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l'intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di natura animale che deve restituire nuovamente al pianeta (un semplice punto nell'universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall'animalità e anche dall'intero mondo sensibile, almeno per quanto si può inferire dalla determinazione conforme a fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all'infinito.»

Mi scuso per questa lunga digressione, ma mi sono sentito obbligato a esordire con tale estratto dalla Critica della Ragion Pratica di Immanuel Kant, perché a mio avviso riassume alla perfezione il senso di quest'opera cinematografica. Per me rappresenta uno sterile esercizio, infatti, quello di quanti si perdono nel disquisire sul realismo, sul fondamento di presunte violazioni a leggi fisiche e matematiche, criticandone le teorie quasi si trattasse di un documentario di divulgazione scientifica. Nessuno che si accontenti di una già più che soddisfacente verosimiglianza, rifiutando così a priori la possibilità che il contesto sia assunto a mero pretesto allo scopo di parlar d'altro, di noi.

Mi pare evidente che di fantascienza si tratta, dove appunto l'implausibile è il motore che arrovella il cervello e diventa capace di destrutturarne gli schemi intellettuali. L'insieme di queste nuove esperienze e stimoli costituisce il grimaldello mediante cui il regista scardina le nostre menti chiuse, aprendole ancora una volta al gusto della meraviglia e dell'immaginifico. L'abbiamo perso, nel nostro quotidiano abbassare lo sguardo, e dobbiamo tornare a imparare ad alzare più spesso gli occhi verso la volta del firmamento che siamo, metaforicamente parlando. Si ricordava poc'anzi il famoso epitaffio «Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me».

Christopher Nolan si conferma "narratore" estremamente abile in questo, avvezzo a giocare sovente con il tempo, frantumandolo e sconvolgendone la linearità: stravolto a colpi di montaggio a incastro di analessi e prolessi in Memento (2000) oppure in The Prestige (2006); dilatato e manipolato nel mondo onirico di Inception (2010); ora si apre invece alla riflessione più pura, in un'analisi che a tratti sembra suscitare le definizioni di tempo della scienza e tempo della vita del filosofo Henri Bergson. Alla luce di una simile ricchezza di contenuto, diventa quasi contorno secondario, accessorio, il cast composto da interpreti stellari, probabilmente senza interpretazioni da Oscar ma che comunque risultano degne d'intensità. La musica, che governa le emozioni, la tensione e la suspense, che animano il coinvolgimento, gli effetti speciali, che incantano e affascinano, sono gli ulteriori ingredienti che impreziosiscono il sapore di questa scommessa, per me vinta. E lo sarà tanto più, quanto più saprà ridestare in molti l'orizzonte speculativo. Niente male per un genere tendenzialmente di nicchia.

 

La trama

In un futuro prossimo, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura e devastato il pianeta Terra. Il mais è l'unico prodotto naturale ancora in grado di crescere. Al fine di scongiurare l'estinzione dell'umanità, un gruppo di scienziati, usando un whormhole per superare le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di percorrere nuove dimensioni e sono intenzionati a trovare pianeti adatti alla vita. Cooper sarà uno degli esploratori inviati verso l'ignoto.

 

La regia di Christopher Nolan

Sfoggia un forte carattere visionario e una maestria da esperto illusionista, senza per questo mai rinunciare alla sostanza meditativa che lo contraddistingue.

 

Gli interpreti

Matthew McConaughey

Prosegue il risorgimento professionale, calandosi nei panni di Cooper. Prova di grande personalità.

Anne Hathaway

Conforme all'aria malinconica e nostalgica che assume Amelia Brand.

Jessica Chastain

Murphy da adulta ha il volto di una delle attrici più ricercate del momento (e giustamente, dico io).

Michael Caine

Incisivo come Professor Brand, la sua gradita presenza accomuna tanti film di Nolan.

Casey Affleck

Abbastanza defilato, è il barbuto Tom.

Matt Damon

La breve ma significativa apparizione nel personaggio del Dottor Mann lascia il segno.

 

La colonna sonora

Un impegno sinceramente imponente, questo di Hans Zimmer, da me avvertito come uno dei migliori e maggiormente ispirati fra i suoi più recenti. Riempie i silenzi con grande vigore, come è nel suo stile, e trasmette le giuste suggestioni appropriate al contesto dell'insieme. Da ascoltare.

 

Cosa cambierei

Forse qualche aspetto della conclusione. Sebbene rimangano nell'ambito delle mere speculazioni da parte del protagonista, l'aver cercato di risolvere tutto pregiudica parte dell'incanto dell'incognito.

 

 

Mackenzie Foy, Matthew McConaughey

Interstellar (2014): Mackenzie Foy, Matthew McConaughey

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