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Interstellar

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Interstellar

di EightAndHalf
5 stelle

C'era una volta il Grande Spettacolo, il Cinema dei sogni che si dilettava con i suoi personaggi un po' scontati ma sempre potenti, a riproporsi costantemente sul grande schermo e a smuovere le passioni e le emozioni degli spettatori senza che critico cinematografico si mettesse in mezzo a biasimare la piattezza psicologica o l'inverosimiglianza. C'era solo il grande stupore, l'eccesso di fantasia, lo sprezzo del buon senso quotidiano. A questo livello siamo con Interstellar. Dunque è inutile cercarvi il senso della vita, né pensare che un singolo frammento di ciò che il film propone possa/voglia essere una splendida risposta ai nostri interrogativi esistenziali. Nolan è perfettamente a cavallo fra il ruolo di Autore e il ruolo di mestierante, di certo non è un Autore, ma se è un mestierante, lo è "con le palle", interessato a rischiare e sparandola grossa su cose che forse nemmeno lui capisce. Eccesso di arroganza? Che Nolan sia sbarcato nella temibile landa della tracotanza? O forse ha fatto qualcosa di molto più piccolo (o molto più grande e notevole, se vogliamo)?

 

Matthew McConaughey

Interstellar (2014): Matthew McConaughey

 

Il mistero Interstellar viaggia veloce ai confini dell'Universo, e la settima arte è pronta a farsi carico di queste nuove immagini che travalichino le tre dimensioni e penetrino dentro nuovi mondi e nuove realtà. L'armamentario della sceneggiatura è pronto a offrire nuovi dilemmi e nuove rogne per la mente del caduco essere umano che si arrovella sui sensi e su se stesso, sulla ragione per cui si trova sul mondo e sul motivo per cui si sta autodistruggendo. Nel dubbio, Nolan decide di azzardare qualche risposta, ma lo dice fin da subito che non è un libro di filosofia, né di fisica quantistica. Il suo è un giocherellare un po' paonazzo con le problematiche dell'esistenza, e se in lui c'è della tracotanza, essa sta nell'abbassare al livello della comprensione umana queste gigantesche rivelazioni. Si può davvero pensare di fare semplice intrattenimento sulle realtà profonde del creato? Anch'essa è una sfida, e quel furbastro di Nolan ci si butta a capofitto. A costo di essere irritante, a costo di essere pedante, Nolan fa parlare e straparlare i suoi personaggi, che di punto in bianco si interrogano su domande ben più grandi di loro. Nolan non sceglie lo sguardo dall'alto, almeno non subito: diversamente da come farebbe un Emmerich o un Bay, Nolan si abbassa a livello dei suoi protagonisti. Che poi non siano scandagliati in senso psicologico è un problema e un grave limite, ma anche in questo caso Nolan non smentisce le premesse per cui si sta semplicemente assistendo a grande intrattenimento, e non a un film che cambierà le sorti di qualcuno o qualcosa. Nolan non perde tempo sulle meraviglie da guardare, quelle le inquadra giusto il tempo di dare le sufficienti informazioni allo spettatore; il resto delle sue inquadrature è dedicato ai drammi umani, che rimangono piccoli e minuscoli nell'immensità dell'Universo. Signori, qui parliamo di navicelle gettate nell'iperspazio, di dimensioni contorte dello spaziotempo e di corpi risucchiati da esorbitanti forze gravitazionali ma, ehi, siamo al Cinema, e se non possiamo speculare allegramente neanche su questo...

 

Matthew McConaughey, Anne Hathaway, David Gyasi

Interstellar (2014): Matthew McConaughey, Anne Hathaway, David Gyasi

 

E' solo un altro bel film di fantascienza, niente di più. Mentre va avanti, e anche le tre ore sembrano contratte in poco tempo, tanto la storia è coinvolgente e avvincente, la soglia della credibilità si abbassa inesorabilmente, finché non ci ritroviamo in qualcosa di caotico e farraginoso che, però, meritava di essere realizzato e ideato. Il problema di Inception era quello di razionalizzare il sogno e ciò che era inspiegabile: qui si sostiene lo stesso, i difetti sono i medesimi, ma in più qui li si giustifica, e in qualche modo li si argomenta. A celebrarsi è la forza dell'essere umano, a momenti la sua onnipotenza. Siamo alle solite, riflessioni tracotanti e anche abbastanza inutili, però lo spettacolo funziona, perché tra eccessi di manicheismo all'apparire del personaggio di Matt Damon e sviolinate sulla potenza dell'amore, lo sguardo dello spettatore ama essere preso in giro e quindi fluttua anch'esso negli angoli più reconditi delle Galassie, agli incroci fra l'al di qua e l'al di là, fino al solito twist alla Nolan che stupirà molti e deluderà tutti gli altri. Ma la verità è che Nolan fa film sulla via di mezzo. Certo, gigantesche vie di mezzo, ma sempre film medi, mai realmente autentici ma mai fatti male, sempre capaci di dimostrare che dietro c'è un'operazione profonda e meditata, e non buttata a caso lì nell'immondezzaio del cinema del terzo millennio. Forse in questo caso non sta a noi decidere dove finisca la furbizia e inizi la sincerità, teoricamente non ce ne sarebbe neanche bisogno. Basterebbe tornare ai tempi del Grande Spettacolo, e lasciarsi contagiare dalla voglia di raccontare e di stupire. Ad arrotondare simile cedimento, basterà qualche stella in meno, a dire che oggettivamente non è un capolavoro ma che, soggettivamente, ci si è divertiti non poco. 

 

locandina

Interstellar (2014): locandina

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