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Locke

Regia di Steven Knight vedi scheda film

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La recensione su Locke

di rocky85
8 stelle

Il capocantiere Ivan Locke, finita la giornata lavorativa, si mette in auto. Sposato e con due figli, alla vigilia di una importantissima colata di calcestruzzo (“la più grande mai avvenuta in Europa”, come gli ripete il suo capo), Ivan parte per Londra, dove lo attende una donna che sta per partorire. La donna è stata l’avventura di una notte, e le conseguenze di quella notte stanno ora per ripercuotersi sulla sua vita privata e lavorativa. Locke, opera seconda dello sceneggiatore e regista Steven Knight, parte da una idea geniale. Tre elementi in scena: un solo protagonista (Tom Hardy), la sua auto e la strada davanti a sé. Ma al di là di questi tre soli elementi visivi, in questo film c’è tanto. Durante il viaggio, Locke parla al telefono con la moglie che lo attende a casa ignara di tutto, i figli in ansia per la partita di calcio, la donna partoriente in ospedale, il subalterno che dovrà svolgere per suo conto tutti i lavori relativi alla colata di calcestruzzo, il suo capo che lo licenzia in tronco. E monologa e impreca rivolto allo specchietto retrovisore, immaginando di parlare con il vecchio padre colpevole di averlo rinnegato alla sua nascita. Locke è un uomo che abbandona e fugge dalle sue responsabilità di marito, di padre e di operaio, perché per una volta ha deciso di adempiere alle sue responsabilità di uomo. Tutto questo c’è in Locke, opera piccola eppure ricolma di significati. Gran parte della riuscita la si deve alla grandissima interpretazione di Tom Hardy (attore tra i più promettenti della nuova generazione), che si carica sulle spalle un personaggio complesso e l’intero film, sempre inquadrato in primo piano, sempre apparentemente calmo nonostante la situazione gli sia ormai sfuggita di mano. “Fai un solo errore, fai un piccolo errore del cazzo e tutto il mondo ti crollerà addosso” ripete Locke. Gran film, una sorpresa nel panorama del nuovo cinema inglese.

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