Regia di Alexandros Avranas vedi scheda film
Mi ha turbata molto.
In maniera sottile, inizialmente, e poi con l'aumentare del ritmo sempre più in profondità. Il punto è che sin dall'apertura della prima scena, si capisce ci sia qualcosa che non va in quella famiglia che, con i cappellini e le trombette festeggia il compleanno della bambina. E' un qualcosa di inquietante che aleggia nell'aria e che va ad interferire con l'umanità dei personaggi.
Con l'avanzare del film, ci snodiamo nella quotidianità di questa famiglia, di cui non si capisce nemmeno chi sia figlio di chi, lasciandoti in bocca quel senso sempre più forte di disgusto. Perchè ci si comincia a capire qualcosa.
Nel complesso sono rimasta turbata, molto di più dalla scena in cui il nonno/padre abusa della ragazza, oppure nella scena in cui "svende" la figlia/nipote di 8 anni ad un suo amico. Sono scene crude, nere, purtroppo ispirate al vero.
Il film si conclude con la morte del patriarca per mano della stessa moglie. Ma aimè, Eleni che per un attimo spera di essersi finalmente liberata, si rende conto tristemente di essere passata in mano ad un altro mostro della casa: sua madre.
L'unica che è riuscita veramente a rendersi libera, perciò, è proprio la piccola Angeliki tramite la morte.
Questo film mi ha turbata e mi ha spinta ad riflettere. Quante famiglie come questa ci circondano, senza saperlo?
Del resto, il film è costruito molto bene, focalizzato sui dettagli. Le inquadrature sono ferme, sottolineando quell'austerità che evidenzia i personaggi. Bravi anche gli attori, persino i bambini, senza i quali l'atmosfera malsana non sarebbe potuta essere credibile.
Non lo consiglio alle persone sensibili.
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