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Fellini

Regia di André Delvaux vedi scheda film

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La recensione su Fellini

di EightAndHalf
8 stelle

Il documentario doc del felliniano, quello che veramente fa penetrare all'interno del genio creativo del regista riminese, ponendolo oltretutto a confronto con l'intera arte cinematografica italiana dell'epoca, è questo insieme di interviste realizzate da André Delvaux nel 1960, pochi mesi dopo l'uscita de La dolce vita. Un Fellini fresco del successo e delle contraddizioni dell'uscita del suo film più famoso si confessa di fronte alla cinepresa, dichiarando la sua arte e il suo fare film come "ciò che più lo avvicina alla realizzazione di se stesso". E mostrando tutta la sincerità che può stare dietro il suo lavoro, con l'aiuto di Delvaux il regista riminese passa attraverso i passaggi fondamentali della sua vita e della sua carriera, dando a questo documentario televisivo l'assetto di una reale biografia parlata, magari immaginata, filtrata attraverso le parole di chi visse dati avvenimenti: non parliamo solo di Fellini, ma anche di Giulietta Masina, moglie fidata e attrice irraggiungibile, di Pinelli e Flaiano, di molte sue attrici e, ultimo ma non ultimo, di Marcello Mastroianni.

 

 

Fellini è una chicca per ogni cinefilo che si rispetti. Diviso in quattro parti (L'infanzia, Gli inizi, I film con Giulietta Masina, La dolce vita e il Neorealismo), tra le sue numerosissime interviste vanta anche la presenza di Pier Paolo Pasolini, intervenuto nella sceneggiatura de Le notti di Cabiria, e di Michelangelo Antonioni, del quale si denotano anche le caratteristiche stilistiche del tutto antipodiche alle scelte felliniane. E mentre Fellini racconta di se stesso narrando degli aneddoti a volte divertenti, a volte sagaci, a riconferma del suo essere un abile narratore nonostante la sua timidezza, la personalità dello stesso viene fuori, nella sua cordialità, nella sua affabilità e nel suo amore totale nei confronti dell'arte cinematografica. Ma Delvaux è attento a non fare un semplice encomio, sottolinea la natura paradossale (e dunque umana) di ciò che sta dietro i film di Fellini (almeno quelli prima de La dolce vita), e lascia che le conclusioni più interessanti crescano da sole, dalle parole di Peppino De Filippo, Leopoldo Trieste, Alberto Sordi, e di molti altri spesso più o meno propensi a parlare in francese (poiché il programma era destinato alla televisione belga). Interessantissime, in questo senso, le parole riguardanti il metodo organizzativo della regia di Fellini, spesso improntata alla decisione istintuale o alla trovata immediata, per cui spesso non si era in grado di sapere in reale anticipo come si sarebbe dovuta interpretare una scena; oppure tutto ciò che riguarda i dubbi intorno alla realizzazione di film futuri (Il viaggio di Anita, mai realizzato, o un film sui bambini), cosa che non può non ricordare i dubbi di Guido Anselmi in quell'8 1/2 che di Fellini avrebbe rivelato, in definitiva, Tutto.

 

 

Questo Fellini è un tesoro prezioso, ricco di curiosità e di riferimenti culturali (eccezionale la presenza di Moravia) che non possono fare altro che arricchire l'affetto nei confronti della filmografia del grande regista, e problematizzarla ulteriormente, senza scivolare mai - come oggi si sarebbe fatto - nel complottistico, nel romanzesco o magari in scandalose rivelazioni.

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