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Scarface

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Scarface

di jonas
10 stelle

De Palma rivisita con grande intelligenza il classico di Hawks, rispettandone lo spirito e innovandone opportunamente la lettera. Così si passa dall’italo-americano Tony Camonte al cubano Tony Montana, sbarcato negli USA in un’ondata migratoria favorita dal regime di Castro allo scopo di svuotare le prigioni e indirizzarne gli ospiti verso l’odiato paese vicino. C’è il mercato della droga, i narcotrafficanti sudamericani e in particolare il rapporto privilegiato con uno di essi, a cui l’emergente Montana decide di legarsi. C’è la politica internazionale, con il suddetto narcotrafficante che chiede a Montana il favore di fargli fuori un personaggio per lui scomodo prima che parli all’ONU. E soprattutto c’è l’incredibile: Montana che (dopo aver compiuto i crimini più efferati senza batter ciglio) si rifiuta di eseguire l’incarico, avendo constatato che bisognerebbe uccidere anche moglie e figli dell’uomo, e va incontro a una guerra fra bande che porterà alla distruzione del suo impero. Il resto era già nell’originale: il boss ormai infiacchito, la sua donna passata al nuovo boss insieme agli altri attributi del potere (mentre in cielo passa un dirigibile pubblicitario con la scritta “Il mondo è vostro”, citazione letterale da Hawks), l’amico fidato, il morboso attaccamento per la sorella. Pacino gigioneggia, certo, cosa dovrebbe fare? il suo è un personaggio che ambisce a essere più grande della vita, per le sottigliezze psicologiche ci saranno altre occasioni. La sceneggiatura è eccessiva, e vorrei vedere: l’ha scritta Oliver Stone. Le musiche di Moroder sottolineano in modo magnifico il ritmo incalzante della vicenda. Insomma, un remake che riesce non tanto a superare il modello quanto ad attualizzarlo, ad aggiornarlo per il pubblico degli anni ’80. De Palma si trova decisamente a suo agio con i film di gangster: l’unica volta che ha saputo fare di meglio è stata con Carlito’s way; ma il germe di quell’altro capolavoro si trova già qui, nel barlume di coscienza morale di un Pacino che alla fine dice no, non vuole essere soltanto una cieca macchina di morte.

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