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Premonitions

Regia di Afonso Poyart vedi scheda film

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Julia1994

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La recensione su Premonitions

di Julia1994
6 stelle

Nonostante si sia ritirato dall'attività da quando sua figlia è morta, John Clancy (A. Hopkins) resta uno psicanalista/sensitivo di grande fama, tanto che l'FBI è costretto ad avvalersi del suo aiuto per risolvere una serie di misteriosi omicidi da parte di un serial killer.
Clancy, dopo un iniziale titubare, si ritrova con un suo vecchio collaboratore,l'agente Merriweather (J.D Morgan) e la più giovane sua collega, l'agente Cowles (A. Cornish), poco incline a credere ai poteri del medico, ma costretta presto a ricredersi.


Col semplice tatto, Clancy è in grado di svelare segreti profondi delle persone che lo circondano, di conoscerne il passato e prevederne con precisione il futuro.
Ma ben presto si accorge che il serial killer imprendibile ha la sua stessa capacità: ed è anche più bravo di lui.

E' sempre qualche punto avanti rispetto alla polizia, non lascia traccia di sè.
Il suo modus operandi è del tutto particolare: uccide persone affette da qualche malattia, come una sorta di eutanasia. 
Quale sarà il suo segreto? Perché Clarcy ci tiene così tanto a mettersi sui suoi passi?

 

 

Il film, thriller del 2015, nasce in realtà da una vecchia sceneggiatura di Ted Griffin, scritta per diventare il sequel del celebre "Se7en", e in effetti i richiami al film che ormai si appresta a compiere ventun'anni sono chiari, è impossibile non notarli.

Lo stato di curiosità, di desiderio di dare una risposta alle domande, la certezza di aver trovato tale risposta e la peripezia che ci costringe a ricominciare da capo sono la cornice di questo thriller, e rendono lo spettatore vero e proprio fruitore attivo. 
Chi è da questa parte dello schermo diventa detective, a tratti certo della piega che la storia sta per prendere, a tratti in totale balia dei fatti e costretto a cancellare ogni parvenza di sicurezza costruita.

 

La regia, affidata ad Alfonso Poyart rende l'intero film molto piacevole alla vista. 

Le inquadrature, e il montaggio sono perfetti in ogni sfaccettatura. Sia che si tratti dei flashback esterni, in cui Clarcy rivive il passato dei protagonisti del film; sia che si tratti delle scene più statiche, di dialogo, sia che si tratti dello scorrere degli eventi. 

Anche le luci appagano notevolmente la vista.

In alcuni momenti, sembra quasi che i tempi si sovrappongano: grazie alla particolare capacità dei due protagonisti, passato, presente e futuro perdono i loro confini netti.

Questo non disturba comunque la visione, e anzi il film scorre facilmente.

 

Gli attori rendono la storia attendibile, nonostante questo elemento poco realistico delle visioni. Hopkins, protagonista assoluto, è credibile al solo sguardo.

 

Il finale non scontato è piuttosto plausibile. 
E stavolta, no, non c'entra Kevin Spacey. Ma chissà che anche questo film non diventi a tal punto iconico da permettere a Caparezza di citarlo in un nuovo singolo!

 

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