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Nessuno mi pettina bene come il vento

Regia di Peter Del Monte vedi scheda film

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La recensione su Nessuno mi pettina bene come il vento

di maghella
7 stelle

Arianna è una scrittrice che vive da sola in una cittadina balneare sul litorale laziale. Accetta di essere intervistata da una giovane giornalista, che la raggiunge per l'occasione proprio in casa sua, accompagnata dalla figlia undicenne Gea. L'intervista dura pochi minuti, la giornalista ha fretta, deve partire per un convegno e prima deve lasciare la figlia dalla madre a Grosseto. Gea non ha nessuna intenzione di andare dalla nonna e si chiude nel bagno di Arianna, pretendendo di rimanere lì per qualche giorno. Arianna accetta lo stravagante ricatto, con la promessa da parte della madre che la mattina seguente il padre della bambina verrà a prenderla.

Naturalmente un inconveniente vieta al padre di raggiungerla come promesso, così Gea rimane a casa di Arianna, che non pare molto contrariata da questa inaspettata giovane ospite. Con Gea rimane anche il suo cagnolino, ed è proprio per portarlo fuori per i suoi bisogni che la bambina incontra Yuri, un giovane teppistello e spacciatore di quartiere. Gea rimane subito colpita dal giovane e dai suoi amici scapestrati, rimane affascinata dal loro modo di fare libero e senza problemi, un po' sbruffoni, un po' vandali, ma in fondo inoffensivi.

Arianna ne è invece infastidita, ed è proprio per un diverbio che ha con questi ragazzi che compromette il rapporto con Gea.

 

Un film che punta tutto sui rapporti che possono nascere da un semplice sguardo, da un sorriso, da una espressione, da una intesa. Yuri con la madre e Gea con i genitori non hanno buoni rapporti, nonostante l'affetto che li lega, non riescono ad avere nessun tipo di comunicazione con loro, per questo quando i due giovani si incontrano casualmente si riconoscono, riconoscono le loro anime e si innamorano. Il loro amore non è fatto di parole ma di sguardi e di attese, e anche se Gea è troppo piccola e Yuri troppo impacciato, riescono a trovare un loro punto di incontro nei sogni.

 

Altro tipo di discorso per il rapporto che nasce tra Arianna e Gea. Arianna non ha esperienze di figli, e inizialmente affronta questo strano incontro come una simpatica esperienza da annotare sul diario e casomai da sfruttare in un futuro per un soggetto. Ma la bambina travolge Arianna con i suoi atteggiamenti e il suo spirito così maturo per la sua età. Gea fa uscire Arianna dal suo guscio protetto, le fa esplorare parti di sé assopite o forse mai conosciute. Così, proprio come una macchia di muffa affiora inspiegabilmente su una parete della casa di Arianna, anche nella scrittrice iniziano ad emergere nuove emozioni e paure che non aveva mai affrontato prima, o che forse aveva solo semplicemente ben nascosto.

 

Il film gira tutto intorno alla villetta di Arianna e alla piazzetta sotto casa, le fughe di Arianna sono l'unico sguardo su altre possibili vie di scampo. L'immobilità di Arianna, la rigidità di Yuri sono scombussolate dalla piccola Gea, che con la sua sola presenza riesce a smuovere il mare delle emozioni.

 

L'incipit della storia ha dell'improbabile, chi è che accetterebbe di tenere per alcuni giorni una bambina di 11 anni di una perfetta estranea? E soprattutto: chi lascerebbe mai la propria figlia ad una estranea? È proprio questo il punto cardine del film: in alcuni casi i così detti estranei sono più affidabili di chi ci ama da sempre. Le solitudini non hanno età e quando si incrociano hanno fame di conoscenza. Se non fosse stata per qualche scena di troppo, che appesantiva la sceneggiatura, forzando alcune tematiche sui personaggi, il film sarebbe stato più snello e moderno nel linguaggio narrativo. In alcuni punti pare quasi che il regista Peter del Monte (che è anche uno degli sceneggiatori assieme a Gloria Malatesta e Chiara Ridolfi e autore del soggetto) non si fidasse dello spettatore, e che quindi aggiungesse immagini e dialoghi per paura di non far comprendere bene ciò che era stato detto già chiaramente.

Un film a mio parere riuscito, certamente poco commerciabile nel circuito cinematografico di oggi, ma molto bello. Attori bravissimi, Laura Morante a suo agio nella parte di Arianna, riesce a contenere i picchi di isterismi e a trasmettere molto bene il senso di disagio che piano piano subentra nella storia. Bello ritrovare Jacopo Olmo Antinori nella parte di Yuri, che avevo già amato moltissimo in “Io e te” di Bernardo Bertolucci. Bravissima la piccola Denisa Andreea Savin in Gea, la protagonista assoluta, in questo collage di anime solitarie.

 

Denisa Andreea Savin

Nessuno mi pettina bene come il vento (2014): Denisa Andreea Savin

 

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