Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Questo é il primo film di Checco Zalone che, moralmente parlando, comincia ad essere considerato serio, considerando "Quo Vado", il film con maggior incasso italiano di sempre, purtroppo. In realtà Luca Medici, in arte Checco Zalone, non mi dispiace affatto: non lo considero un grandissimo comico, né un massimo conoscitore della satira, ma sa intrattenere la coscienza dell'italiano medio, che viene continuamente preso in giro/criticato nei suoi film, diretti da Gennaro Nunziante. Parlando di questa pellicola, uno dei problemi più gravi di quest'ultimo é proprio la regia: tecnicamente parlando, i film in cui é presente Checco Zalone, sono la morte del cinema (perlomeno quello italiano), perché non mostrano maturità, impegno verso l'arte del dirigere. Per non parlare della fotografia, che in certi momenti é decente, ma in altri é sconvolgente (negativamente parlando). Le gag.. beh. Oramai é ovvio che nei film di Zalone si indica ad una sorta di censura, che a volte viene indotta nella giustificazione satirica della battuta stessa (prendiamo ad esempio lo sfottò al comunismo o ai vegani).
Le novità di questo film, rispetto ai precedenti "Che Bella Giornata" e "Cado dalle Nubi", sono l'aggiunta di "canzonette" per ricoprire una spazio vuoto del film (o le scene in macchina, stile road movie) e un'auto ironia al cinema straniero e alla recitazione all'italiana, che strappa una risata per la sua critica severa, ma che non oltrepassa il limite. Il contesto del film, che si basa sulla vita del meridionale che lavora miseramente(?) per farsi riconoscere, sminuendo il femminismo che incombe in sua moglie, soddisfando suo figlio in una vacanza noiosa per il Molise che presto si trasforma in un successo, é distrattato da tante cose che, ovviamente per chi non ha visto il film non posso spoilerare, ma che potrebbero dare una visione più rigida dell'opera, se vista in completezza.
Nulla di che: un film per passare un'ora e mezza con due-tre risate.
6.
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