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Due giorni, una notte

Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film

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La recensione su Due giorni, una notte

di LaleggediDoyle
7 stelle

Sandra, dipendente di una piccola impresa, una volta rientrata sul posto di lavoro dopo un periodo di convalescenza causato da una sindrome depressiva, viene messa alla porta dal proprio datore di lavoro il quale, forte della propria posizione, convincerà i colleghi di Sandra a rinunciare alla propria collega in cambio di un bonus economico. La prima votazione, però, non è stata regolare in quanto fortemente influenzata dal capo reparto dell’azienda e, quindi, il proprietario accetta che venga indetta una nuova votazione. Il film ci accompagna durante il pellegrinaggio che porterà Sandra a tentare di convincere i propri colleghi a rinunciare ai soldi in cambio del suo posto di lavoro. Altra impressionante interpretazione della Cotilliard, giustamente premiata con una nomination all’oscar. Dilungandoci… Nell’anno in cui l’Academy, per l’ennesima volta, subisce il fascino di interpretazioni integralmente devote al tema della malattia, (Redmayer e Julianne Moore, migliori attore e attrice per “La Teoria del Tutto” e “Still Alice”)un altro film, meno ammiccante e meno omologato alle logiche narrative solitamente apprezzate oltreoceano, affrontava, a modo suo, il tema di una malattia figlia del nostro tempo: la depressione. Una malattia “invisibile” a cui la Cotillard riesce a dare forma e vita, rendendo visibile quello che dovrebbe essere invisibile. I fratelli Dardenne accompagnano sapientemente Sandra nel corso di questo calvario per la salvezza della propria dignità come donna, come madre e come lavoratrice. Una regia distaccata che pare seguire la sgualcita e sensuale maglietta rosa della protagonista, con una sensibilità e una sobrietà che tengono alla larga le emozioni facili e lo sciacallaggio emotivo. Sono due giorni (e una notte) emotivamente lunghissimi all’interno dei quali Sandra dovrà inizialmente farsi convincere dall’amica collega e dal marito Manu, a combattere una guerra che forse neppure lei ha più voglia di combattere. Un calvario “porta a porta” che la porterà sull’uscio di casa di tutti i propri colleghi di lavoro nella speranza che questi, siano disposti a rinunciare ad un bonus di circa mille euro in cambio della sua riassunzione. Sobrio ed emotivamente coinvolgente ritratto del precariato europeo all’interno del quale, Sandra, obbligata a mettere in discussione la propria dignità per la salvezza del proprio posto di lavoro, riuscirà a trovare la forza per salvare la propria vita e, grazie al proprio esempio, quella di alcuni dei suoi colleghi.

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