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Maps to the Stars

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Maps to the Stars

di davide69
8 stelle

Ed eccoci all’opera ultima di Cronenberg, qui , forse, al suo apice registico, se non al suo capolavoro. Dove le fiamme dell’inferno e dell’interno hollywoodiano più segreto, bruciano i protagonisti , (in senso figurato e in senso fisico), lasciando segni di disfacimento e di putredine nell’anima ( o di quella parvenza che ne rimane) ,così come nei corpi chè, questi ultimi, per il regista, sono l’esatto speculare di ciò che l’uomo si porta dentro. Nulla si salva nel mondo fittizio e illusorio delle apparenze: non c’è redenzione per nessuno e le colpe dei padri ( e delle madri come nel caso della protagonista, una Julianne Moore in stato di grazia) e dei figli ricadono immancabilmente e specularmente sui figli e sui genitori, resi fragili e stravolti da aspettative indotte e da una vita da semidèi che si scopre non essere tale, nel momento in cui i tubetti delle droghe e dei farmaci sono vuoti oppure il passato (sotto forma di fantasmi della coscienza) si presenta a riscuotere per pareggiare i conti lasciati in sospeso. Corpi che si muovono e si strofinano, collidono ma senza interagire veramente, involucri privi di vita vera. Le anime non esistono più, dal momento che sono state barattate, fin dalla più tenera giovinezza, per un fugace e illusorio assaggio di successo e denaro, sesso e potere, destinati , nel volgere di un sempre più breve lasso di tempo, a dissolversi nel nulla; spesso per puro capriccio del caso. E, a quel punto, non rimane più niente: né l’anima, né la parvenza dei beni materiali per i quali la si è venduta al Diavolo. Solo il corpo vuoto destinato e decadere, imputridire e , alla fine, a essere, ancora una volta, niente altro che cenere.

 

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