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Rocco e i suoi fratelli

Regia di Luchino Visconti vedi scheda film

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La recensione su Rocco e i suoi fratelli

di Dompi
10 stelle

Uno dei film italiani più belli di sempre lo firma Visconti nel '60, anno d'oro in cui escono altri due film che resteranno indelebili nella storia del Cinema, quali la "Dolce Vita" e "L'avventura".

 

 

Tratto dal romanzo che porta il nome di "Il Ponte della Ghisolfa" in verità Visconti prende spunto e inserisce una sola scena menzionata nel libro, vale a dire la scena della violenza da parte Simone su Nadia. La fonte letteraria principale è sempre(l'aveva già utilizzata in "La Terra Trema")quella dei "Malavoglia" in cui Visconti ci torna 3 anni dopo e fa di "Rocco e i suoi fratelli" la sua personale versione cinematografica del romanzo di Verga. Visconti decide con questo film di giocare sugli opposti e sui contrasti:dal punto di vista della regia è quasi sinusoidale(dai primi piano ravvicinati si passa a scene all'improvviso dove la mdp filma campi lunghi o lunghissimi), anche il montaggio è impostato su un'alternanza vicino/lontano, caldo/freddo si passa ad esempio da scene notturne a scene diurne senza ombra. Anche la colonna sonora(del grande Nino Rota) è incentrata sul contrasto, alterna infatti un tema popolare italiano(a mio avviso bellissimo e struggente, usato quando i personaggi ricordano la loro terra) e un jazz ritmato usato nelle scene milanesi. Dal punto di vista narrativo, il film invece è diviso in 5 capitoli ognuno dei quali ha per titolo il nome di ogni fratello della famiglia Parondi: Vincenzo, Luca, Simone, Ciro e infine Rocco e tutti i fratelli hanno un rapporto diverso con l'integrazione(uno dei temi principali del film se non il principale, raccontare cioè la modernità italiana del boom economico avvenuto tra il '58 e il '63 e raffigurare come la modernità si configura come un conflitto di codici):

 

Il film(e anche il primo capitolo dedicato a Vincenzo) inizia con la famiglia Parondi che scende dal treno(scena girata con una tonalità fortemente espressionista con un uso delle ombre accentuate e prolungate), Milano appare ai fratelli subito come una città della luce e della vetrina("E' sera ma sembra giorno!"), come una città che si espone e si esibisce. Da notare come il film incomincia inquadrando la volta della stazione di Milano da dietro una staccionata, come se la mdp fosse separata da un ostacolo insormontabile(che mi ha ricordato moltissimo l'"Eclisse" di Antonioni dove i personaggi sono quasi imprigionati nel proprio malessere e in questo film Visconti ricorrerà più volte a questo elemento in altre scene come quando Vincenzo va dal suo amico milanese e la staccionata separa i due luoghi).

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(staccionata nella stazione di Milano Centrale. Nella sceneggiatura originale la scena iniziava con i funerale del padre della famiglia Parondi e poi con il fratello che diventava operaio dell'Alfa Romeo, nella versione originale questa scena è stata eliminata forse perché a Visconti non interessava raccontare il luogo da dove arrivavano i fratelli ma piuttosto il transito dei protagonisti e il percorso quindi di adatamento dei personaggi, gli interessavano le identità instabili.)

 

La sequenza successiva inizia con un altro ostacolo (un reticolato) dove la famiglia Parondi va ad affittare una stanza a Lambrate(bellissima e tenerissima tutta la scena dei fratelli che si alzano sotto il paesaggio imbiancato e la madre che li prepara e li veste per il lavoro) qui Visconti mette in scena un altro conflitto di codici questa volta tra Ginetta (interpretata da Claudia Cardinale) e Vincenzo, dove quest'ultimo rivendica il codice patriarcale("Se un uomo vuole veramente una donna se la piglia")e subisce uno schiaffo dalla sua futura sposa che rivendica il diritto individuale di donna("A me il permesso me lo dovresti sempre cercare").

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(un altro ostacolo, il reticolato a Lambrate)

 

A questo punto Visconti fa entrare in scena il personaggio di Nadia (il personaggio più interessante interpretato da Annie Girardot per cui gli elogi si sprecano), qui inizia il secondo capitolo dedicato a Simone e il suo rapporto con Nadia che è un personaggio moderno che (ri)cerca la propria libertà(guida una macchina e per l'epoca non era così scontato) ma anche ambiguo, nel film non viene mai menzionata la sua professione anche se si può presupporre che sia una prostituta. Tutta la sequenza poi dell'incontro di boxe è celebre e famosissima tanto da aver ispirato Scorsese per il suo "Toro Scatenato" e c'è da dire che Visconti utilizza nel film uno sport poco praticato all'epoca(e forse anche oggi) in Italia e lo filma in un modo originale come nessun altro: riprende l'incontro dall'interno con la macchina a mano e non riprende quasi mai il ring da fuori con plongee(come avevano fatto altri pochi film precedenti a questo).

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(scena dell'incontro di boxe)

 

Intanto Rocco ha trovato lavoro alla lavanderia(gestita esclusivamente da donne e non è un caso) e Simone(pugile affermato) commette il suo primo furto(ruba una camicia da "ricchi" alla padrona della lavanderia) per poi restituirla nelle scene successive alla padrona per poi rubarle invece la spilla dall'abito senza che lei se ne accorga. Simone inizia così a pagare l'impatto con la modernità senza riuscire a mediare il proprio desiderio(Simone vuole la camicia e la prende) a differenza di Rocco che invece ha il problema di non riuscire a desiderare le cose che desiderano gli altri. Anche qui entra in gioco un ulteriore conflitto che Visconti decide di mostrare con un pianosequenza fantastico dove Rocco racconta a Simone di aver parlato con Nadia e che lei non vuole più vederlo. L'uso del pianosequenza in questa scena è davvero particolare (e mi ha sempre fatto pensare) perché durante il dialogo in cui i due fratelli si confrontano avviene la rottura definitiva del legame e Visconti invece di utilizzare un campo/controcampo decide di optare per il pianosequenza quasi a generare un ulteriore conflitto e contrasto, concludendo la scena con Alain Delon che guarda fisso in camera quasi ad interrogare lo spettatore.

 

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(il furto del gioiello)

 

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(il pianosequenza che termina con il primo piano di Rocco)

 

Inizia così il capitolo di Rocco(l'unico episodio che non è ambientato a Milano e l'unico episodio dove Visconti rompe la linearità della narrazione). Rocco si incontra con Nadia in una delle scene più belle e intriganti di tutto il film: i due sono al bar e iniziano a parlare, Nadia indossa degli occhiali scuri e Rocco ha appena terminato di prestare servizio militare, Visconti gioca con le mani dei due, lei si abbassa gli occhiali scuri più volte, Rocco gira la tazzina del caffè, le dita di lei non riescono a star ferme e tengono una sigaretta che è quasi terminata, l'incontro finisce con Rocco che accarezza le mani di Nadia(che mi ha ricordato tantissimo il finale de "L'avventura" di Antonioni dove lì c'è lo stesso tocco di mani).

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(scena dell'incontro al bar tra Nadia e Rocco)

 

Rocco torna a casa e c'è il battesimo del figlio di Vincenzo, il personaggio di Simone intanto subisce una forte involuzione con un forte cambiamento fisico, si tramuta in un sconfitto(smette di fare il pugile) e cova odio dentro di sè nei confronti di Nadia, odio che viene mostrato in tutta la sua malavagia crudeltà quando i suoi sgherri gli riferiscono che ora Nadia si vede con Rocco e che i due sembrano innamorati. Qui Visconti gira la scena più forte del film, usando una fotografia scurissima. Bisogna dire che molti film di Visconti prendono spunto da quadri, come ad esempio "Senso" che è girato ispirandosi ai quadri italiani dell'epoca(il film racconta la seconda indipendenza del Veneto), per questo film Visconti si ispira ai quadri di Mario Sironi per la sequenza in cui Rocco e Simone si picchiano nella notte(una scazzottata infinita, non riuscire a finire mai per ribadire la propria forza sull'altro). Simone rivendica così il diritto dell'onore("Questa donna è stata mia!" contro quello della libertà individuale di Nadia che ha deciso di amare il fratello di Simone. Nadia subisce la violenza sotto gli occhi di Rocco e tutta la scena finisce con una scazzottata tra i due fratelli in cui Visconti introduce pochi rumori sonori, i più notturni e legati alla città(il rumore delle macchine, il fischiare del tram).

 

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(scena della violenza che si conclude con la scazzottata infinita tra i due fratelli)

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(a confronto il quadro di Sironi che ha ispirato Visconti)

 

Da qui in poi Rocco sceglie di assumere su di sè la maschera del sacrificio, diventa una vittima sacrificale nella scena forse più famosa(e affascinante aggiungerei) sopra il Duomo di Milano, dove Rocco prega Nadia affinché lei si ricongiunga a Simone. Visconti gira così una delle inquadrature più belle del Cinema, l'inquadratura dall'altro sghemba che incombe come un macigno sulle spalle di Alain Delon e Annie Girdardot che rende i personaggi una vittima, sia Nadia e Rocco sono infatti due vittime di un uno stesso destino che rende il loro amore impossibile(il tema del melò tanto caro a Visconti). Nadia torna così da Simone che sprofonda sempre più in basso(rubando del denaro dal suo manager), Rocco invece diventa un pugile affermato e promette che tutte le sue vincite saranno date al manager di Simone per ripagare il furto. Il penultimo capitolo è dedicato a Ciro che è il più integrato a Milano, trova infatti anche lui una fidanzata.

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(l'inquadratura dall'alto dal Duomo di Milano)

 

Nel finale il melodramma esplode con un montaggio alternato parallelo di una poesia pura con Rocco che è sul ring per combattere per il titolo mentre Simone incontra per l'ultima volta Nadia all'idroscalo. Tutte e due le sequenze sono caratterizzate da rimandi e sottorime che rendono straordinaria la scena(Simone abbraccia Nadia e Rocco abbraccia il pugile mentre combatte, "Copriti!" gli urla l'allenatore a Rocco, e lo stesso esclama Simone a Nadia "Copriti che fa freddo, copriti"). Nadia diventa così un corpo sacrificale, vittima del conflitto tra i due fratelli. Simone compie l'atto estremo e Nadia muore.

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(Simone raggiunge Nadia all'idroscalo)

 

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(montaggio alternato parallelo)

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(Nadia si sacrifica)

 

Personalmente il film avrei preferito fosse finito così, in quella maniera straziante e drammatica ma Visconti decide di mettere l'ultimo capitolo dedicato al più giovane tra i fratelli, Luca. Visconti aggiunge così un finale positivo con il fratellino Luca che dopo aver parlato con Ciro riguardo a Simone e a Rocco scompare nella profondità di campo con la colonna sonora che riecheggia fino a sfumare, i muri sono circondati dalle foto del Campione, Rocco che ha vinto il titolo. Si potrebbe dire che il film ha più finali: quello drammatico sull'idroscalo, quello della camera da letto dove Simone confessa di aver ucciso Nadia, quello poi davanti ai cancelli dell'Alfa Romeo con Ciro e Luca.

 

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(Luca scompare nella profondità di campo)

 

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