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The Homesman

Regia di Tommy Lee Jones vedi scheda film

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La recensione su The Homesman

di Mulligan71
7 stelle

Il west e la frontiera, sono scolpiti, ormai, sul viso di Tommy Lee Jones, superbo attore e da una decina di anni, anche regista. West e frontiera che sono anche lo sfondo prediletto e conseguente dei suoi due film realizzati fino adesso. L'esordio fulminante e bellissimo, risale al 2005, con il western moderno, civile e implacabile de "Le Tre Sepolture, un film incredibilmente sottovalutato e per me fra le cose migliori degli anni zero. Torna a distanza di molti anni, con un lavoro più impegnativo e di più ampio respiro, un adattamento da un romanzo, prodotto da Luc Besson. Il territorio è il tipico territorio dove s'immagina si potrebbe incontrare Tommy Lee, magari appeso a una forca, come avviene in "Homesman". E' il Nebraska dell'ottocento, terra selvaggia e crudele del midwest americano, dove la difterite, il freddo e la polvere si portavano via vite umane quasi giornalmente, soprattutto degli infanti. In questa cornice di disperazione, si muove una donna, una trattenuta, brava, Hilary Swank, che si prende in carico il destino di altre tre donne, uscite di senno per la morte dei figli, sobbarcandosi l'onere di trasportarle, in una specie di carro prigione, nello Iowa, in una primigenia casa di cura. Il caso vorrà che a dividere con lei il viaggio, sarà un vecchio soldato americano, Tommy Lee Jones, magnifico, con cui instaurerà un prezioso rapporto di reciproca stima e sostegno. E', come è successo in "Le Tre Sepolture", un viaggio, un percorso duro e difficile, al centro del racconto di Jones. Un viaggio, come nel migliore dei miti americani, destinato a cambiare per sempre il destino di due vite. Tommy Lee sceglie un registro pacato, affida quasi tutta la fascinazione al paesaggio, durissimo, e alla sua faccia, e le oltre due ore di visione hanno la stessa lentezza delle ruote in legno del carro trainato dai muli. E' un western atipico, dove la frontiera non ha quasi più misteri, dove le grandi battaglie sono lontane e dove vince quasi sempre la solitudine, a cominciare dai due protagonisti per finire alle tre donne prigioniere della loro follia. E' un film riuscito, senz'altro, ma meno bello dell'esordio, seppure Tommy Lee Jones sia stato in grado di raccontare bene quel territorio e quel periodo della storia americana: è proprio l'eccessiva scarnificazione della storia a renderlo, talvolta, pesante e noioso. Resta il fatto, comunque, che il nostro mostra da par suo come si maneggia la polvere del western e il cinema di frontiera. Speriamo non passino altri dieci anni, prima di vedere il suo nuovo lavoro da regista.

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