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Divergent

Regia di Neil Burger vedi scheda film

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La recensione su Divergent

di alan smithee
4 stelle

Ci risiamo: il futuro che ci aspetta è anche stavolta fosco, e come tale architettato con una organizzazione machiavellica tesa a prevenire altre contese e catastrofi, dopo quella che ha ridotto la popolazione mondiale a poca cosa. In una Chicago che porta visibili sui suoi obelischi di antica civilta' che sono i grattacieli dei tempi della pace, i segni di una guerra che ha decimato la popolazione mondiale, i sopravvissuti  alla catastrofe si sono imposti uno stratagemma comportamentale che li conduca a vivere radunati per fazioni, differenziate a seconda dell'attitudine caratteriale assegnata loro dali geni ereditari o da un proprio carattere di spiccata personalita': gironi danteschi volti a favorire o spirito cameratesco e collaborativo che induca la società ad una divisione equa di compiti e doveri che portino ad una co vivenza piena di regole, ma pacifica. Tuttavia non bastano le 5/6 categorie definite a racchiudere ogni carattere e ogni personalità,  e inevitabilmente la minoranza che ne rimane fuori risulta come un microcosmo emarginato e da sopprimere, contenere, rendere inoffensivo. In questo contesto si insinua nella trama, peraltro scontata e vista mille volte (Hunger Games, del quale non se ne può già più al secondo appuntamento, insegna già abbastanza, ma pure The Host con Saoirse Ronan non scherzava quanto a risaputa banalità di situazioni futuristico-apocalittiche), la vita, il dramma e le vicissitudini della giovane Tris Prior, ragazza "non catalogabile" che scoprirà suo malgrado tutto un complotto teso a rendere circoscritto tutto ciò che non può essere omologato. Nel mezzo prove di forza, destrezza, coraggio che già ci hanno reso inguardabile il secondo capitolo della saga-fotocopia (anche a livello di opera letteraria, suppongo, dato che non ho alcuno stimolo a verificarne la circostanza) appena citata con protagonista Jennifer Lawrence, di cui la pur bravina e tenera Shailene Woodley (gia' vista ed apprezzata di recente nel carino "The spectacular now" curiosamente assieme pure qui a Miles Teller, che in questo filmaccio che ci occupa tuttavia fa la parte dello stronzissimo avversario della nostra Tris) risulta inesorabilmente (ma senza vere colpe personali) una copia sbiadita.  Un nuovo blockbuster roboante e fumoso, pieno di sentimentalismo spiccio e faccine di attori belli per compiacere ragazzine e ragazzini che poi la sera continuano il gioco dell'inconsistenza e della stupidità facendosi coinvolgere da uno dei tanti reality che continuano senza vergogna a popolare i palinsesti e le  nostre povere menti condizionate ed impoverite, banalizzate e vulnerabili. Peccato per Neil Burger, regista fino ad ora quantomeno dignitoso (The illusionist e Limitless non erano capolavori ma piacevoli opere riuscite), e ancor più per due attrici preziose che ammiro come Kate Wislet e Ashley Judd che meritano ben altri stimoli e personaggi.

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