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Oltre i confini del male - Insidious 2

Regia di James Wan vedi scheda film

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La recensione su Oltre i confini del male - Insidious 2

di EightAndHalf
5 stelle

Insidious era arrivato nell'horror odierno come una frustata non troppo riuscita ma intrigante, pieno di pregi e ancor più pieno di difetti, ma in grado di riebolare stereotipi (e MOLTI film citati) conosciuti, in una nuova miscela che era tutta nell'abilità registica di James Wan (Saw, The Conjuring, Dead Silence). Si lasciava andare a un finale che rasentava il ridicolo, dopo una partenza potente e diversi momenti agghiaccianti, anche se andava accumulando citazioni su citazioni. E' stato sicuramente uno dei capitoli fondamentali dell'horror dei giovani anni 10 del 2000. 
Dal secondo capitolo, frutto del cliffhanger finale di Insidious in cui tutto tornava in gioco, non ci si aspettava certo un miglioramento: la storia non poteva che ricalcare il primo, le inquietudini essere le stesse già note e quindi meno efficaci, gli spaventi riconoscibili e anticipabili. Niente di più sbagliato. Quello che non ci si aspettava era un ritmo incalzante, quello che non avremmo potuto immaginare era che, con tutti i difetti che gli si possono imputare, Insidious 2 rimane un bell'horror, meno inquietante delle parti "ben fatte" del primo capitolo, ma più ricco di spaventi ben assestati (quello dell'ammalato all'ospedale sopra tutti) e privo di alcuna ridicolaggine, che non fuoriesce (fortunatamente) da nessuna sequenza. E si riconferma l'abilità registica di Wan, che con aggraziati ma "insidiosi" movimenti di camera scandaglia una realtà borghese che sembra voglia andare a rotoli. Da un lato rimangono le certezze della famiglia, dall'altro si sbriciolano (i due fantasmi del film sono madre e figlio non col più prospero dei rapporti). Da un lato si riconfermano le paure ataviche dei fantasmi e della morte, dall'altro il mondo dei morti rivela un suo lato buono. Il manicheismo è sfrontato, alcune conclusioni prevedibili, ma le trovate narrative si accavallano a vantaggio di un intrattenimento superiore alla media, efficace e intelligente, che gode delle ingenuità di un genere agguerrito a caccia della nuova paura da infondere a un oggetto quotidiano e apparentemente inoffensivo. E' necessario aver visto il primo capitolo, questo è vero, e visto il nuovo (forse intuibile) cliffhanger finale, il film sembra compreso da un prima e un dopo che lo rendono irrisolto e privo di autonomia. Eppure anche i più appassionati dell'horror avranno pane per i loro denti, fra razionalizzazione del rapporto fra mondo dei morti e quello dei vivi, citazioni meno invadenti che nel primo Insidious, la capacità di andare oltre a quello che abbiamo finora visto. E' dunque l'originalità puramente visiva il pregio di questa (che si preannuncia) saga horror di Wan, ricca di intuizioni visive e un'atmosfera malsana che tiene incollati alla poltrona. Certo, nessuno degli spaventi in questo seguito supera il volto rosso del demone di Insidious dietro il volto di Patrick Wilson. Ma almeno qui c'è più conseguenzalità, c'è più coerenza e meno discontinuità. 
Attenzione a Psyco e a Shining, qui sono onnipresenti.

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