Espandi menu
cerca
Birdman

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

Recensioni

L'autore

GIMON 82

GIMON 82

Iscritto dal 7 marzo 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 108
  • Post -
  • Recensioni 466
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Birdman

di GIMON 82
8 stelle

"Birdman" o "l'imprevedibile virtu' dell'ignoranza" è un opera sulla negazione,la negazione del sè sacrificato alle "Luci della ribalta",ogni sensazione,emozione o "virtu' "  passa per Riggan Thomson attraverso un "filtro",passato,effimero eppur "veritiero".

Un filtro immaginario,eppur "reale",palpabile quanto un pennuto alter-ego come voce interiore,parte integrante di una vita che non è altro che pura teatralita',buttata in pasto agli avvoltoi dell'ultim'ora,ovvero i maniaci del web.

Alejandro Inarritu firma cosi' un opera fortemente contemporanea,densa di riferimenti che invadono le nostre vite, vestendone la  regia secondo un "diktat" da bastian-contrario,l'autore messicano concentra una regia  nevrotica sul corpo di "Birdman-Keaton", innestando una venatura tra comedy e grottesco per cui ridiamo amaramente.Una nevrosi figlia d'un successo cavalcato anni prima nei panni di un supereroe,

oggi del pennuto eroe "Birdman" rimane solo Riggan Thomson, un attore caduto in disgrazia che oggi si arrabatta nel lancio di un dubbio spettacolo teatrale di scena a Broadway,quella di Thomson è la piu' ossessiva delle paranoie che infestano palcoscenici e teatri di posa:la paura del "dimenticatoio".

Thomson si circonda cosi' di attori,mestieranti o tali,su cui spicca un frizzante e schizzato Edward Norton,oltre alla patetica platinata Naomi Watts ed Emma Stone nei panni della figlia di Thomson,una ragazza problematica con problemi di tossicodipendenza e un manager cool molto profittatore,uno Zack Galifianikis con un look da intelettuale "radical-chic".

"Birdman" appare cosi', una pellicola corale dove è la forma "registico-attoriale" a far la differenza,si potrebbero spendere parole e congetture su cio',ma Inarritu ha un intelligenza autoriale che trascende le performance dei protagonisti entrando nelle proprie idiosincrasie.Il regista ha piu' volte dichiarato di essere contrario allo strumento "social-network",qui lo dimostra su di un palco teatrale,secondo i gesti di attori votati alla perpetua nevrosi,schiacciati da un delirio famelico di celebrita' e culto dell' immagine.

Immagine,immagine,immagine come leitmotiv contemporaneo,nelle parole della giovane Sam che rimprovera il padre di essere "fuori",fuori da twitter,Facebook o Instagram.

E' un qualcosa di sfacciatamente dichiarato il parere d'Inarritu,innestato nell'avvolgente piano-sequenza a mo' di abbraccio verso i suoi protagonisti,la telecamera rincorre e afferra,mordendo l'animo dei protagonisti,il loro patetico arrivismo,il loro mentire verso la vita e verso se stessi.

E' un qualcosa di tragico,ma fortemente "poetico";quello d'Innaritu è un incontro tra cinema,realta' e teatro che s'interseca,si miscela,muovendosi famelicamente nella rincorsa verso il vuoto.

Un vuoto "catartico" che Keaton/Birdman porta stampato sul volto,icona passata che oggi fa i conti col tempo e una malcelata mancanza di vero talento.

Perchè Birdman/Keaton e i suoi accoliti figurano come specchietti frammentati del nostro oggi,frutti e risultati di vite sbagliate,di celebrita' effimere che s'afferrano per un attimo,per trascinare chi ne gode verso la cima,dove poi si è soli,irrimediabilmente soli.

Il sentimento di solitudine s'avverte forte in questo film,nella faccia disillusa di Birdman/Keaton come nell'inquietudine di Edward Norton e nell'innata fragilita' della Watts e della Stone,tutto è finto nella Broadway d'Innaritu,come una traccia filologica figlia del web,nelle discrepanze quotidiane di attori e mezze tacche che cercano di riabilitarsi per poter solo sopravvivere.

Ma c'è comunque un lato di noi,una voce interiore,un alter-ego demoniaco che ti allontana dall'animo,una doppia coscienza figlia delle sirene del successo che spinge per "ricrearci".

E' quanto accade a Thomson,ritrovarsi a fare i conti con se stesso,con la vita sprecata,mai vissuta e sacrificata nei dettami dello showbiz.

In questo vi è una profondissima umanita',di cui è pervaso ogni fotogramma del film,un qualcosa di lacerante e ambiguo che Innaritu e co. ci  sbattono in faccia senza riserve,"Birdman" porta la sua "imprevedibilita' " oltre che nel titolo in un analisi sociologica del regista,supportato dal grande magnetismo di un cast che riesce a divertirci e a far riflettere,per un film intelligente e dalla sensibilita' "macchiavellica" che colpisce la classica "critica" snob e piccolo borghese,capace solo di etichettare l'onesto lavoro di un guitto come di un artista.

Il pregio maggiore di "Birdman" è proprio quello di mettersi alla pari con il lato umano dei personaggi,riavvolgendo i nastri della vita e portandoli ad un punto di non ritorno dove si puo' solo spiccare "il volo".

Resta comunque un retrogusto amaro per vite spese male,oggi riciclate nelle leggi dei social ed esposte ad un patetismo che poi diviene pietismo per poi infine votarsi all'infinito oblio di sè.... 

 

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati