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Trama

Il quindicenne Chauk è un indiano Tzetzal che vive nel sud del Messico, non parla spagnolo e non ha alcun documento. Il sedicenne Juan, che invece vive in Guatemala, non ha alcuna ragione per rimanere nella sua terra dopo l'omicidio di suo fratello e fugge con Sara e Samuel. Chauk e i tre ragazzi si incontrano su un treno merci che attraversa il Messico per dirigersi a nord e, nonostante le loro differenze, scoprono il valore della fraternità e della poesia.

Approfondimento

LA GABBIA DORATA: L'IMMIGRAZIONE DAL MESSICO AGLI STATI UNITI

Scritto e diretto da Diego Quemada-Diaz, La gabbia dorata racconta la storia di tre giovani dei quartieri poveri del Guatemala che, viaggiando verso gli Stati Uniti alla ricerca di una vita migliore, conoscono Chauk, un indigeno del Chiapas con cui affronteranno la dura realtà che li aspetta. Raccontando della realtà sociale dell'America Latina, La gabbia dorata dà voce ai migranti, quegli esseri umani che per sfidare la povertà e l'impassibilità delle autorità nazionali e internazionali decidono di oltrepassare i confini senza documenti, rischiando la propria vita. Pur non essendo un documentario, La gabbia dorata ne restituisce sofferenza, utopia, gioia e dolore, permettendo di identificarsi con i protagonisti e, in particolar modo, con i giovanissimi Juan e Chauk, il cui viaggio risveglia l'illusione che la felicità può ancora esistere da qualche parte.Il loro punto di vista e le esperienze che vivono durante il tragitto rappresentano il ricordo delle odissee di centinaia di migranti e traggono soprattutto spunto dalla testimonianza del messicano Juan Menendez Lopez, un giovane che è salito a bordo di un treno merci in movimento insieme ad altri sette compagni, con cui ha condiviso esperienza, sogni e bisogni, e ha imparato il vero significato di valori come la generosità e la fratellanza. Nell'affrontare il tema dell'immigrazione, La gabbia dorata inevitabilmente mette in discussione la questione delle barriere sociali, di razza e di nazionalità, e si pone molti quesiti sui problemi connessi al progresso (il treno stesso ne è una metafora) e alla colonizzazione.

PERSONAGGI PRINCIPALI E ATTORI NON PROFESSIONISTI

Brandon López e Karen Martinez, interpreti dei personaggi di Juan e Sara, sono due adolescenti guatemaltechi di sedici anni, scelti attraverso un casting realizzato in varie zone periferiche della capitale del Guatemala, a cui hanno partecipato oltre tre mila govani. Brandon si è distinto dagli altri grazie alla sua capacitàdi improvvisare, alla forza del suo sguardo e alla sua capacità di trasmettere emozioni non solo con le parole ma anche con il corpo. Inoltre, è noto per essere un dj e un breakdancer della scena hip hop guatemalteca.Karen, invece, prima delle riprese del film aveva già collaborato a diversi progetti artistici locali.
Rodolfo Domínguez, scelto per impersonare Chauk, è un giovane Tzotzil di sedici anni. Scelto dal regista per la profondità spirituale della sua cultura indigena, per il carisma e l'umanità, Rodolfo ha una profonda sensibilità artistica che esprime attraverso la musica e le danze rituali della tradizione Tzotzil. Il casting per reclutarlo è stato effettuato in diversi comuni tra le remote montagne del Chiapas.
Tra i personaggi di Juan e Chauk vi è una netta contraddizione: mentre Juan cerca di raggiungere gli Stati Uniti perché crede nel sogno americano e vuole affermarsi in una società materialistica, Chauk la pensa in maniera totalmente differente ed è più consapevole del legame con la propria terra e la propria comunità di appartenenza.

RIPRESE REALISTICHE

La gabbia dorata è stato girato in formato super 16, in grado di restituire toni più da documentario che da fiction. Effettuando le riprese a bordo di un vero treno merci che dal Guatemala porta agli Stati Uniti, il regista Diego Quemada-Diaz non ha mai fatto leggere il copione ai bambini protagonisti ma dava loro semplici indicazioni quotidiane su quello che si apprestavano a girare, mettendoli di fronte a situazioni che avrebbero poi dovuto affrontare e risolvere da soli. L'espediente gli è servito per catturare reazioni ed emozioni molto autentiche e vicine al reale, basandosi su quanto una volta gli disse il regista Ken Loach su un'ottima direzione basata sul non detto.

Note

"La gabbia dorata" non è un film a tesi, anche se la posizione del regista è chiara sia nella denuncia dello sfruttamento dei popoli “chiamati” negli Stati Uniti e poi lasciati senza documenti e quindi illegali «nella gabbia d’oro che non smette mai di essere una prigione». Sempre snaturati, in patria ma anche all’estero. Questo sorprendente esordio di Diego Quemada-Díez è, invece, un lucido e spietato teorema sul valore del viaggio come rito di passaggio, pieno di dolore e ingiustizia e di aspetti virtuosi come l’amicizia e la solidarietà. Anche se Diego Quemada-Díez è troppo consapevole della storia che sta raccontando e così, appena tutto sembra andare per il verso giusto, come nella vita, arriva la mazzata a stordire i protagonisti e noi che avevamo imparato ad amarli.

Trailer

Commenti (6) vedi tutti

  • Un racconto bello e disperato sull’emigrazione nel mondo, un invito a riflettere su di noi, sul senso di ciò che facciamo, sulla vita affannosa e disumana che i ricchi del mondo impongono ai meno fortunati, agli ultimi degli ultimi, disposti a ogni sacrificio per arrivare a essere gli ultimi degli ultimi nella terra promessa che noi abitiamo.

    leggi la recensione completa di laulilla
  • Per chi nasce povero e impara a vedere la ricchezza dalle immagini che arrivano da luoghi che si trovano a non molti chilometri di distanza, la sfida può diventare quella di sfidare tutto e tutti pur di raggiungerli. Di questo parla "La gabbia dorata", un on the road lastricato di malefici e di perdite dolorose. Dalla parte dimenticata del mondo.

    commento di Peppe Comune
  • Un racconto di immigrazione di tre ragazzi diventa una storia universale sulla società contemporanea. 8 SECCO

    leggi la recensione completa di luca826
  • Un gran bel film!!! Che tutti dovrebbero vedere, che tutti dovrebbero provare sulle loro 'carni'.

    leggi la recensione completa di Brady
  • Film che affronta il problema dell'immigrazione illegale dall'America Centrale verso gli USA con un tono simil-documentaristico che non convince appieno. Resta comunque un lavoro interessante per avvicinarsi allo scottante tema trattato.

    leggi la recensione completa di marcopolo30
  • Piccola sorpresa !

    leggi la recensione completa di chribio1
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Recensioni

La recensione più votata è positiva

laulilla di laulilla
8 stelle

  Il regista messicano Diego Quemada-Diez, alla sua prima opera, ma non estraneo al mondo del cinema: aveva, in passato, in modo diverso, collaborato con Ken Loach, Oliver Stone, Alejandro González Iñárritu e persino con l'eclettico Fernando Meirelles. In questo film ricostruisce con documentaristica asciuttezza l’emigrazione verso gli Stati Uniti, a piedi, dal… leggi tutto

9 recensioni positive

Recensioni

La recensione più votata delle sufficienti

Kurtisonic di Kurtisonic
6 stelle

Dalla rassegna Un certaine regard, un film messicano on the road, sul viaggio di tre ragazzi dal Guatemala al paradiso stelle a strisce. Utilizzando obsoleti treni merci lentissimi vagano come poeti della beat generation non all’inseguimento della sublimazione poetica, ma mischiati a tanti disperati in fuga dalla miseria verso la moderna apocalisse. L’esordiente regista Quemada Diez si… leggi tutto

3 recensioni sufficienti

2022
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Recensione

laulilla di laulilla
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  Il regista messicano Diego Quemada-Diez, alla sua prima opera, ma non estraneo al mondo del cinema: aveva, in passato, in modo diverso, collaborato con Ken Loach, Oliver Stone, Alejandro González Iñárritu e persino con l'eclettico Fernando Meirelles. In questo film ricostruisce con documentaristica asciuttezza l’emigrazione verso gli Stati Uniti, a piedi, dal…

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luca826 di luca826
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Uccelli e treni.   Queste sono le immagini ricorrenti in questo folgorante film: la libertà e il viaggio.   La libertà di volare e la lentezza del viaggiare, il tutto comunicato inesorabilmente, scuotendo il racconto attraverso svolte improvvise, sacrificando personaggi senza pietà, come nella vita reale perchè lo scopo dell'opera è politico,…

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Brady di Brady
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    Molto bella la recensione di Bufera.   Un film intenso e di grande coinvolgimento. Probabilmente situazioni del tutto simili le vivono tutti i migranti del mondo, anche quelli che poi annegano nel Mediterraneo.   La cosa curiosa è che l'impressione che mi ha dato, più che di denuncia, mi è parsa quella di scoraggiare i migranti. Migranti che…

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barabbovich di barabbovich
6 stelle

L'odissea di tre 16enni - un ragazzino burbero, una ragazzina camuffata da maschio e un indio del Chiapas che non parla una sola parola di spagnolo - parte dal Guatemala e, attraverso il Messico, arriva fino agli Stati Uniti. Tra viaggi a piedi, in cima ai treni, assediati da predoni e trafficanti, che conoscono solo la legge delle armi e che prendono loro il pochissimo che hanno, e attriti tra…

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Nel mese di febbraio questo film ha ricevuto 4 voti
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chribio1 di chribio1
7 stelle

Film da seguire e mai banale girato in America Centrale con Personaggi giovani ma che si sono assai immedesimati nei Loro Ruoli e tengono benone la Scena : la Storia in se' e' gradevole anche se di Vite difficili in Paesi dalla dura Vita sociale e pero' a forza di Botte e tenacia si riesce lo stesso a sopravvivere e vivere un'Amicizia in fratellanza comune con varie Persone (e questo puo'…

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2015
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2014
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NOG8 di NOG8
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Un film documento, senza tanti fronzoli, frasi fatte, becere retoriche... uno, due, tre e piu' cazzotti in pancia, senza pieta', per uno spettatore (noi, io occidentali/e del nord del pianeta) seduti su', piu' o meno comode seggiole di cinema, oppure stravaccati o composti su divani e sedie di casa nostra. Una bellissima pellicola che mostra paesaggi mozzafiato, che definirli dipinti…

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Ho vissuto e lavorato in Honduras a cavallo fra il 2010 e il 2011. Da qui il mio interesse per tutte quelle opere che toccano da vicino l'attualità dell'America Centrale, e il problema dei 'mojados' in particolare. “La gabbia dorata” riprende molto da vicino temi trattati in un altra piccola produzione indipendente intitolata “Sin nombre”, anno 2009: la fuga dalla…

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port cros di port cros
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In un periodo in cui costituisce tragica attualità nel nostro Paese il viaggio dei migranti africani diretti in Italia, che attraversano il deserto per poi imbarcarsi sulle "carrette del mare" che affondano al largo di Lampedusa, "La gabbia dorata" ci racconta la versione americana di questo viaggio, dall'America Centrale verso gli Stati Uniti, altrettanto carica di tragedia e sofferenza umana.…

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