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American Hustle - L'apparenza inganna

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su American Hustle - L'apparenza inganna

di will kane
8 stelle

A contrastare "12 anni schiavo" all'imminente edizione degli Oscar,sarà probabilmente "American hustle" il più probabile candidato:vintage puro per alcuni,data la smagliante edizione,fatta di abiti ricreati con estro e proprietà (quei vestiti femminili con scollature di abbacinante profondità sono semplicemente straordinari),acconciature allestite tra cotonature,riporti e "cofane" vere e proprie,per tacer dell'invasione di bigodini di varia misura,il nuovo film di David O.Russell guarda apertamente all'opera di Scorsese (soprattutto l'ambito criminoso) e racconta una storia,chiaramente romanzata,ma su fatti realmente accaduti,che si svolge nel 1978.Di più,è un voluto omaggio al cinema di uno dei maestri viventi di questa arte.Le truffe,sullo schermo,risultano più accattivanti di come lo sono nella realtà:ci vuole estro,capacità di improvvisazione,astuzia e organizzazione.Il piccolo truffatore che fin dalla prima sequenza ci appare come un gaglioffo mistificatore e un bel pò ridicolo,ma che via via sarà capace di mostrare le sue zone fragili,un'umanità con cui si può simpatizzare,e che si ritrova in un gioco fin troppo grande per i suoi intrallazzi,quando un agente federale ambiziosissimo e dal privato autocensurato lo incastra e,insieme alla sua bella amante,lo costringe a mettere su un affare che punta a agguantare pesci molto più grossi,in politica e nella malavita.Forse un pò troppo lungo,ma godibile nell'insieme,"American hustle" è un altro tassello di una filmografia di un autore "popolare" alla Curtis Hanson,o alla Sidney Pollack,che sa come scandagliare la complessità dei rapporti umani travestendo i suoi lavori da storie ad ampio respiro,e,più a fondo,dipingendo dei caratteri che vanno oltre la dimensione del "personaggio" e basta.Basti analizzare quello che forse è il più negativo dei personaggi in scena,la moglie più temuta che amata del protagonista,interpretata da Jennifer Lawrence:odiosa e bizzosa,capace di legarsi al peggiore dei corteggiatori che possa trovare in giro,per possessività più che per gelosia a un passo dal mandare sotto terra il marito,ma anche quella che metterà in moto un meccanismo che lo farà crescere e allontanare dai giochi e maturare verso nuove scelte.Un cast sopraffino,che come al solito Russell fa girare al meglio (e lo dico e non lo nego:Bale e la Lawrence sono il meglio che le rispettive generazioni offrono,adesso come adesso,nel panorama americano,anche se lui è gallese d'origine),riveste i personaggi con fulgida aderenza,e ci si può appassionare e divertire,con una partecipazione breve ma azzeccatissima di De Niro nei panni di un boss che ha il ghiribizzo di riservare una sorpresa mica da poco.

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