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Ritorno al futuro. Parte II

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Ritorno al futuro. Parte II

di Immorale
8 stelle

Segue ””Avete sentito gli applausi durante ed al termine della visione ? Sembrava di essere ad una prima invece che ad una riproposizione/evento. Devo ammettere di essermi divertito parecchio, e poi le poltrone rosse in pelle-di-scandinavo-scottato-al-sole erano veramente comode, non da spenderci 13 euro ma 8-10, magari, forse, si””. Gli altri annuivano, anch’essi sodisfatti. ““La spinta principale della maggioranza degli spettatori, probabilmente, era rappresentata dalla coincidenza odierna con la data di destinazione futura del 2° capitolo: 21 ottobre 2015. L’industria cinematografica conosce i propri polli…basta creare l’evento ed il successo è assicurato. Le condivisioni su FB saranno salite alle stelle durante lo spettacolo, i click degli smartphone, non fastidiosi ma avvertibili nell’incredibile silenzio degli spettatori, fuori moda anche questo. E poi, pensate al topos: saltare dal 1985 al 2015…Mi ricordo che negli 80’ tema ricorrente delle prove scolastiche di italiano era: “Come saranno gli anni 2000 ?”, argomento stuzzicante che, fomentato dagli albori televisivi commerciali, aveva come risultato scritti vagheggianti di macchine volanti, raggi laser, teletrasporti e viaggi spaziali…E invece, semplificando parecchio, abbiamo avuto solamente la capacità, alla quale pochi avevano pensato,  di comunicare e connettersi velocemente. Troppo scontata, forse, per essere presa in considerazione 30anni fa. Per il resto, le auto si muovono, tendenzialmente, ancora ancorate alla forza di gravità con lo stesso principio base dei primordi industriali, le pistole laser non vengono vendute nelle armerie e i viaggi spaziali saranno sicuramente possibili, ma chissà.  Avete visto quei bambini che, durante l’intervallo, giocavano con dei modellini di Delorein ?”” – “Si”, rispose R., “Che voglia de’ fregargliele allo spegnimento delle luci…”. "“…si, vabbè, rubare le macchinette ai ragazzini… Piuttosto, ho notato delle cose, a causa della visione ravvicinata, che non avevo mai notato prima o avevo rimosso: il visibile invecchiamento di Michael J. Fox e il cambio di attrice del personaggio di Jennifer da Claudia Wells a Elisabeth Shue. E poi la visione da adulto mi ha fatto riconsiderare con più simpatia la figura di Biff, una specie di Will il coyote bistrattato sin dal nome, si presume una storpiatura di beef=manzo, e ridicolizzato su tutti i piani temporali possibili. Una specie di comandante Hydargos, uno dei perennemente umiliati avversari di Goldrake””. A:”A proposito, ma chi è questo Goldrake di cui ha parlato anche prima, un cartone animato ?”. Silenzio, sconcerto e scambio di sguardi attoniti fra me, R. e F.. Ritrovo la parola ““In che senso ? Vuoi dire che non conosci Goldrake ?””, “No, sono cresciuto in Svizzera e lì non mi sembra sia stato mai trasmesso”. L’idea stessa che una generazione di miei coetanei elvetici fosse cresciuta senza vedere l’essenziale cartone produsse in me un effetto destabilizzante, con conseguente moto, per fortuna represso (A. non lo meritava), di pronunciare una battuta stile “salvin-belpietro-sallustiana in variante del-debbiana” tipo “adesso mi spiego tante cose sugli svizzeri”. All’uscita, finalmente ricomposti, gli dico “”Bè almeno Jeeg Robot l’avrai visto”” e lui, felice “Siii !”. Mentre ci avviamo alle auto, dopo esserci salutati, ci dice speranzoso: “Ma Goldrake era quello che aveva come compagna un robot donna che lanciava missili dalle tette ?” – “No, quello era Mazinga Z”, rispondiamo in coro. Buonanotte.

 

 

Il secondo capitolo delle avventure spazio temporali di Marty e Doc perde un po’ della sfolgorante immediatezza del capostipite e si fa indubbiamente più cervellotico: paradossi temporali, personaggi che si sdoppiano o si triplicano e situazioni che si rincorrono senza tregua caratterizzano quasi tutta la durata della pellicola, comunque sempre sorretta da una linearità narrativa invidiabile. Seppur, per ovvie ragioni, si tenda a riproporre sequenze già viste, in alcuni casi rinnovate dall’avanzamento tecnologico, il tutto viene ricompreso nel più classico dei giochi cinefili, ovvero il cambio di prospettiva di eventi/avvenimenti personali o storici (forse) passati e stravolgerne il significato e/o il punto di vista. Il ritmo rallenta, quindi, e la costruzione della tensione avventurosa si costruisce gradualmente ma senza soste, rendendo la trama un puro pretesto per le evoluzioni dei protagonisti. Con in più una inedita vena sibillina, prettamente “commerciale”, che allieta la fantasia dello spettatore con una pletora di gadget avveniristici creati, nella finzione cinematografica, per “semplificare”  i quotidiani affanni umani futuri (scarpe auto allaccianti,  droni dog-sitter e giubbotti auto-modellanti). In continui richiami da modernariato anni 80 che fanno sorridere per l’ingenuità concettuale ma "pensata" di un consumismo, reale, nella sua fase ancora embrionale seppur scalpitante. Molti sono infatti i richiami utilitaristici per agganciarsi al terzo capitolo (all’epoca) ancora da venire (ma girato in contemporanea al film). I personaggi principali, con questo secondo capitolo, scolpiscono definitivamente le loro figure nell’iconografia e nell’immaginario collettivo, rimanendone forse anche implacabilmente incastrati.

 

La magia del cinema…ragionata.

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