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Sarà il mio tipo?

Regia di Lucas Belvaux vedi scheda film

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La recensione su Sarà il mio tipo?

di EightAndHalf
7 stelle

It took all my strength not to fall apart
Trying' without my mind to mend my broken heart
I spent so many nights
Feeling sorry for myself, how I cried
But now I hold my head up high
And you see me, somebody new
I'm not that lonely little person who's still in love with you
Now you come dropping in
Expecting me to be free
Now I'm saving all my lovin' for someone who's loving me.

(Gloria Gaynor – I will survive)

 

https://www.youtube.com/watch?v=GrXcGuomwco

 

…anche se la scelta finale di Jennifer, alla fine, sarà anche più violenta (e meno spettacolare) di quella di Gloria Gaynor. Il nuovo film di Lucas Belvaux indaga la possibilità della libertà nei rapporti umani mascherandosi, soprattutto nella prima parte, con la confezione risaputa di una commedia romantica senza particolare spessore. Il confronto annoso fra approccio filosofico/intellettuale alla vita e stile di vita più libero e spontaneo raggiunge in Pas son genre una conclusione per nulla banale, seppur condotta con le armi di una regia invisibile e senza svolazzi, vicina ai contenuti, capace di generare piccolissimi dubbi crescenti sulle emozioni dei suoi protagonisti. L’autorialità di Belvaux è leggermente meno evidente qui rispetto ad un’opera precedente come poteva essere il brillante Pour rire!, ma l’ambiguità di fondo rimane e crudele si nasconde.

 

Emilie Dequenne, Loïc Corbery

Sarà il mio tipo? (2014): Emilie Dequenne, Loïc Corbery

 

Clément, professore di filosofia disperato alla notizia che dovrà insegnare per un anno in una piccola città di nome Arras e allontanarsi dunque dalla sua amata Parigi, trova un riparo dalla noia quotidiana conoscendo Jennifer (Emilie Duquenne, strepitosa), logorroica ma tenerissima parrucchiera, madre single con piccolo figlio alle spalle, sempre incredibilmente spensierata e apparentemente gioiosa, capace di risollevarsi (o di pensare di farlo) dai drammi della vita che la colpiscono più volte (soprattutto a causa – e veniamo a saperlo a poco a poco – di uomini assolutamente incapaci di amare in maniera tenera e genuina). Il conoscere Clément, che pure è così distante dal suo mondo semplice e sempre uguale, le sembra un segno del destino, il primo passo verso un futuro più roseo (più libero?) non più permeato dalla terribile malinconia delle avventure e delle relazioni temporanee. Jennifer crede talmente tanto nella sua nuova relazione che finiamo per crederci anche noi.

 

Emilie Dequenne, Loïc Corbery

Sarà il mio tipo? (2014): Emilie Dequenne, Loïc Corbery

 

Il lavoro di Belvaux si dimostra di un’accuratezza invidiabile perché con calma e dissimulazione gioca con i punti di vista, alternando momenti di puro appagamento emotivo a momenti abissali in cui i piccoli drammi di un uomo e di una donna diventano i nostri. Intimistico e apparentemente candido (così tanto da non poter essere apprezzato poi così facilmente, specie se pensiamo al finale che lascia in asso più di una questione), Pas son genre cambia lentamente tono, accumulando esilissimi sottotesti e facendoli carburare a fuoco lento sotto un mare di incertezze e incomprensioni. Dai continui ironici ossimori (il filosofo è Clément, ma è Jennifer che si pone più problemi sulla loro relazione e sulla vita in genere) che rendono il film effervescente e leggero, fino alla capacità di non prendere posizione esplicita e di mantenere un celatissimo sguardo pietistico (non si riesce a dire l’ultima parola sul personaggio di Clément, il che non vuol dire che è “mal inquadrato”, anzi, tutto il contrario), il lavoro di Lucas Belvaux, pur fra alti e  bassi, indaga le conseguenze di un rapporto di coppia sbilanciato in cui la risposta ovvia non è mai quella giusta e, come nelle cose della vita, non sai mai come tutto potrebbe andare a finire. Volendo è la lenta distruzione dell’idea di destino, a favore di un Caso che Clément concettualmente comprende e tratta, ma di cui non capisce la prepotente portata drammatica.

 

Loïc Corbery, Emilie Dequenne

Sarà il mio tipo? (2014): Loïc Corbery, Emilie Dequenne

 

Così, alla fine, se appare sempre più chiaro che Clément manca in un certo senso di spina dorsale (un teorico che sembra non saper vivere, cui Loic Corbery dona un’azzeccatissima faccia da schiaffi), appaiono sempre meno chiari i motori che muovono il personaggio di Jennifer, fino al già citato problematico finale, che come avveniva nel Pour rire! del 1996, lascia tante, tantissime, domande a mezz’aria.

 

Emilie Dequenne

Sarà il mio tipo? (2014): Emilie Dequenne

 

Allo spettatore si chiede lo sforzo di andare oltre la confezione e l’apparente leggerezza (conferita da una lezione di regia che si nasconde e si rivela abilissima nell’adesione ai sentimenti contraddittori evocati), per scoprire i drammi abissali di complicatissimi esseri umani. Il film è imperfetto, ma è tutto tranne una stupida commedia romantica.

 

Breve postilla: non fidarsi del trailer italiano, è imbarazzante.

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