Regia di Jon Watts vedi scheda film
Un'idea semplice, quasi Cronenberghiana, la trasformazione di un uomo da normale padre di famiglia in clown assassino di bambini. Il film si fa apprezzare per il make-up e gli effetti speciali realizzati completamente a mano, si nota l'ispirazione al cinema di Cronenberg ma anche certi espendienti de La Casa di Raimi. La regia del film è curata e la fotografia soprattutto nella parte finale è molto interessante, finalmente un horror che rinuncia alla traballante camera a mano e torna a farci respirare la tensione come si deve. Il regista mischia benino il black-humour alle scene più violente, anche se in alcuni punti si trattiene troppo mentre in altri scade in uno pseudo-dramma familiare troppo accentuato, seppur alla fine dei conti non stoni così tanto col resto del film. Senz'altro nella parte finale la produzione opta per una soluzione più political correct, ma comunque già il mettere in discussione l'integrità di una madre che quasi arriva a far uccidere un bambino per salvare il proprio non è una cosa da niente; anche il mostrare bambini sbudellati, seppur in chiave grottesca, non è cosa da tutti i giorni. Un piccolo-grande horror insomma, con un certo gusto retrò e dei picchi notevoli di puro cinema (la scena nella sala giochi, l'ultimo stato demoniaco del padre-assassino, le inquadrature della trasformazione).
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