Regia di Brian Percival vedi scheda film
The Book Thief, del regista inglese Brian Percival, ispirato ad un best-seller dell' australiano Markus Zusak, narra delle vicissitudini di una fanciulla di nome Liesel ( Sophie Nélisse) in un quartiere popolare della Germania del '38. I suoi genitori che l' hanno adottata, dopo la morte del fratellino, in cambio di un sussidio statale, stentano a sopravvivere tra le storture e le persecuzioni razziali del regime hitleriano ( siamo nel periodo della tragica ''notte dei cristalli''). Testimone degli orrori delle ss, la piccola Liesel trova conforto rubando alcuni libri presso la casa del borgomastro dove si recava per consegnare biancheria pulita in cambio di qualche soldo da portare alla mamma adottiva. Ed e' cosi' che impara a leggere facendo amicizia con un giovane ebreo rifugiato ( Ben Schnetzer) che i suoi genitori nascondono nello scantinato di casa.
La drammatica evoluzione del conflitto sino al tragico epilogo cambieranno le sorti e la natura della giovane protagonista che alfine, tra le macerie di una Germania ferita a morte, perdera' entrambi i genitori ma ritrovera' l' amico che credeva perduto per sempre. La produzione tedesco-americana affida a Brian Percival la facolta' di calcare la mano sulla genesi di un regime senza pieta' che calpesta e distrugge peggio di Attila tutto quanto ritrova sul proprio cammino. Tant' e': e' la storia dei vincitori.
Detto questo, l' intento ''educativo'' affidato al regista stride con toni a tratti troppi melensi e stereotipati, sicche' il racconto, benche' lodevole per l' impegno narrativo, giunge al termine col fiatone, lasciandosi alle spalle almeno 20 minuti di troppo.
Peccato, perche' gli interpreti sono tutti bravi, soprattutto Geoffrey Rush, che ricordiamo in una splendida performance ne ''la migliore offerta'' di Tornatore; ma il film appare eccessivamente didascalico, edulcorato e cedevole alla facile commozione.
Se il sugo di tutta la storia (per dirla alla Manzoni) e' la testimonianza di quanto costi essere diversi da un mondo cinico e crudele, l' assunto del racconto appare ridondante di retorica e di scontati presupposti.
Buoni comunque i tecnicismi e certe carellate sul volti rattristiti dei protagonisti, ottimo il commento musicale di John Williams.
Tutto sommato, si poteva dare di piu' al contesto narrativo e meno alla lunghezza, apparsa invero ecccessiva, del lungometraggio.
Titolo: Storia di una ladra di libri (The Book Thief); genere: drammatico; durata: 127 minuti; voto: 6,5; recensione di Mario Grippo
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