Regia di Brian Percival vedi scheda film
non mi interesso di sofismi stilistici di quialsiasi arte. pare sia comunque una passione derivata da ogni arte quindi il cinema non fa eccezione, la rispetto, anche se la trovo per il 90% inutile e piacevole in sè e per sè, se piace, come forma letteraria da web d'appendice.
dico invece molto semplicemente che a questo film - io che ho un forte atipatia verso il popolo germanico che mi deriva dall'antifascismo eraditato dalla mia famiglia che visse gli orrori della guerra, quindi un fatto più umano e di senzazione che un ideologia astratta - sento di dover dire grazie per come mette in scena, stile un pò pastellato e da favola (ma perchè no, è guardato in gra parte dagli occhi dei bambini) o meno, la complessità e le tante differenti storie di sofferenza che ha dovuto subire parte del popolo tedesco, che è facile dire ex post che doveva reagire prima, e invece era stato fortemente intruppato e indottrinato, ma che nonostante ciò in tanti ugualmente conservò e recuperò di fronte a tante diverse miserie proprie e non, quel tanto di dignità umana, che lo rende sicuramente meno odioso ai miei occhi. che pure sapendo tanto di quella orrenda tragica storia che mi ha sempre affascinato, di cui mi sono molto documentato, e quindi non vedono con sguardo naif (anzi al contrario direi), restano comunque colpiti da angoli, particolarità, in cui la storia non è sempre solo intrisa di cinismo, sopraffazione, egoismo. e non è il romaticismo facile da schermo che la salva, ma un libro da cui deriva che racconta questa storia simile e diversa a tante altre, in cui alcuni confini, compresi i nostri nel giudicare, si sfumano nel viissuto e nel suo dirsi.
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