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La mossa del pinguino

Regia di Claudio Amendola vedi scheda film

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La recensione su La mossa del pinguino

di supadany
5 stelle

Claudio Amendola esordisce alla regia con una sceneggiatura firmata, tra gli altri, da lui stesso e da Edoardo Leo; soggetto ricco di spunti, un riquadro d’insieme in buona sostanza onesto, ma, anche per la tante proposte, palesa più lacune.

Queste non risiedono certo nei personaggi, e nei loro affiatati interpreti, quanto negli sviluppi e in alcuni rapporti.

Bruno (Edoardo Leo) è sposato con Eva (Francesca Inaudi) con la quale vive una situazione economica complicata che lui è bravissimo a rendere ancora peggiore con una sequela di scelte sventurate.

Quando scopre il curling pensa bene che, vista la scarsa popolarità di questo sport, potrebbe formare un team e partecipare alle Olimpiadi invernali di Torino 2006.

Insieme all’amico di sempre Salvatore (Ricky Memphis) completa con Ottaviano (Ennio Fantastichini) e Neno (Antonello Fassari) la squadra ma quando servono i soldi mente a Eva mettendo tutto a rischio.

Una stretta strada che deve (dovrebbe) portare alla tanto attesa maturità.

 

Antonello Fassari, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini, Edoardo Leo

La mossa del pinguino (2013): Antonello Fassari, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini, Edoardo Leo

 

A volte si può vincere anche facendo un punto inutile ai fini del risultato, ma importante per dare un senso a un sogno.

Certo che se per arrivare a questo risultato, lavorando di fantasia, hai rischiato di mandare tutto al diavolo il discorso cambia e sotto questo punto di vista diciamo che l’occhio di Claudio Amendola è fin troppo indulgente così come cerca con ingenuità sfumature solo sulla carta più mature nella descrizione del rapporto padre-figlio che riguarda il bravo Ricky Memphis.

C’è il desiderio di creare un sottobosco che attecchisca alla realtà, tra le difficoltà economiche, di Bruno e Eva, di salute, del padre di Salvatore, di una vita lontana dai tempi migliori, quella del brusco Ottaviano, o semplicemente del classico chiacchierone che si nasconde dietro un’immagine costruita nel caso di Neno.

E proprio grazie a suoi variopinti personaggi, il film si fa volere bene, gli interpreti poi ci mettono del loro, con Ricky Memphis, il migliore (peccato che le nostre commedie non lo spremino mai), che spezia il piatto con alcune felici battute (un paio sul curling sono fortissime) e con il suo fare simpaticamente anomalo, Edoardo Leo gioca con le due facce di Bruno, ma su quella meno banale paga il prezzo della (sua stessa) scrittura con il lupo che perde il pelo ma non il vizio; funzionale Ennio Fantaschini, piuttosto convincente Antonello Fassari che trova una discreta dimensione con il personaggio di Neno.

Un film che, senza esagerare, riesce agevolmente ad intrattenere, si registra la volontà di andare oltre la solita commedia spiccia, non si scade nel becero, ma alla fine di tangibile rimane poco proprio perché le note più serie vengono risolte malamente, con scolastica semplificazione.

Più leggero di quanto (forse?) vorrebbe essere.

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