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Escobar

Regia di Andrea Di Stefano vedi scheda film

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La recensione su Escobar

di Storiedicinema
7 stelle

Non è frequente che un attore-regista italiano possa debuttare dietro la macchina da presa con un budget di 25 milioni di dollari. È il caso di Andrea Di Stefano, nato in Italia e cresciuto artisticamente a New York, che riesce col suo script ad accendere in Benicio del Toro la voglia di prender parte al progetto e quella di farsi aiutare perfino nella raccolta dei fondi necessari.

Nasce così Escobar: Paradise Lost, opera a metà tra l’azione e il biopic: La trama è indiscutibilmente figlia degli action movie americani, ma la figura di Pablo Escobar non è declassata ad un ruolo marginale, ed anzi un esemplare Benicio la erge a vera protagonista del film, dando all’opera anche un forte lato biografico.
Nick (Josh Hutcherson) e il fratello Dylan sono alla ricerca della loro isola felice, e giungono in Colombia. SI insediano nei pressi di una spiaggia e cullano i propri sogni, aprire una piccola attività per Dylan, e insegnare Surf per Nick. Nick qui conosce una splendida ragazza del posto, Maria, nipote del più grande e famoso trafficante di cocaina nel mondo, Pablo Escobar. L’accoglienza nella famiglia del Patròn è quanto mai amorevole, il giovane si lascia coinvolgere e inevitabilmente, suo malgrado, verrà coinvolto nelle losche attività del narcotrafficante.

Molto bravo Di Stefano a caratterizzare la figura di Escobar, magistrale l’attore a metterla in pratica. Freddo, distaccato, impassibile. Il Patròn adora la sua famiglia, e come ogni potente criminale la difende con ogni mezzo. Il suo popolo lo adora e scende in piazza per glorificarlo: “la gente qui in Colombia ha masticato la coca fin dall’inizio dei tempi. Pablo sta solo esportando un prodotto nazionale. Molto del denaro che fa lo devolve ai poveri. Va nei quartieri poveri e chiede di loro. Lo AMANO”, quando accorre in aiuto di Nick, il suo appare un “intervento divino”. La vita felice nelle famiglie della criminalità non può durare per sempre e ben presto Escobar mostrerà il suo lato più cattivo, calpestando anche i suoi stessi ideali, compreso l’amore verso gli affetti più cari.

Pur con qualche difetto (l’ottima resa del personaggio di Escobar mette a nudo una frammentaria caratterizzazione degli altri protagonisti), l’esordio di Di Stefano è assolutamente da promuoversi. Il film, premiato all’ultimo festival del cinema di Roma, non ha ancora una distribuzione nel nostro paese.

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