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Le relazioni pericolose

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

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E. DeLarge

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le relazioni pericolose

di E. DeLarge
8 stelle

Il mio giudizio sarà sicuramente partigiano, perchè questo è uno dei miei film preferiti in assoluto, lo ammetto, lo so quasi a memoria! Secondo me "Le relazioni pericolose" ha il suo maggior pregio nella recitazione degli interpreti - immensi Close e Malkovich - peraltro supportati da un intreccio di ferro, che rispetta esteriormente (nei limiti del possibile: come fare un film tutto raccontato per lettera?) l'opera di Laclos, ma, alla fine, ne sovverte il significato. La Merteuil non viene punita perchè malvagia; la sua sconfitta deriva piuttosto da ciò che credeva un punto di forza, cioè l'essersi distaccata dai sentimenti. Questo la destinerà inevitabilmente alla solitudine. Valmont finisce peggio solo apparentemente: se ne andarà sereno, senza (troppi) rimpianti, avendo conosciuto il vero amore. Eppure, ciò che caratterizza il 99% del film è il sorridente cinismo del visconte e della marchesa, che con disinvoltura si divertono a tirare le fila delle vite altrui, in gioco dove conta più il mezzo che il fine. Questo film mostra appena una Thurman a seno scoperto e il sedere di una cortigiana, eppure si è - giustamente - meritato tre bollini nella casella "erotismo" di FilmTv, a maggior riprova che il suddetto erotismo non si misura con i centimetri di pelle scoperta ma con l'atteggiamente, le azioni dei personaggi. Così per noi, come per Valmont e la Merteuil, più che il sesso conta il corteggiamento, la "singolar tenzone" che degenera in guerra.

Sulla colonna sonora

Ottime musiche, di volta in volta ironiche o tragiche e ovviamente in linea col periodo storico. Un unico difetto: non riesco a trovare il disco!

Su Uma Thurman

Adatta al ruolo di Cecile, se non fosse così alta sarebbe forse la più credibile come bellezza settecentesca, con quel suo viso ovale e le palpebre pesanti. Non è questo il suo film migliore, resta comunque un'attrice di tutto rispetto.

Su Michelle Pfeiffer

Brava Pfeiffer, ingenua e candida al punto giusto; peccato che, così dimessa per esigenze di copione, tenda ad avere meno "peso" dei due perfidi protagonisti.

Su John Malkovich

Altro giudizio poco obiettivo: adoro Malkovich e per me è sempre ottimo... Ma in questo film ci sono alcuni dei suoi momenti migliori in assoluto. E' perfetto nel ruolo di Valmont (leggendo il libro mi riusciva difficile immaginarlo diverso), non bello ma molto fascinoso, riesce ad essere convincente sia nei suoi momenti più cinici sia quando deve esprimere i suoi tormenti amorosi - in questo è grande nella scena di "trascende ogni mio controllo" quando in realtà si vede che sta soffrendo quanto la Tourvel. Ma esalta la vena ironica di Frears con un'antologia di espressioni irresistibili, come la smorfia che fa sulle scale quando Cecile gli passa la chiave, o quando le mostra la lingua il mattino dopo averla sverginata - sequenza che si conclude con un sorriso sadico rivolto alla Tourvel, dopotutto in questo punto del film Valmont è ben contento di essere quel bastardo che è... e Malkovich sembra divertirsi un sacco con personaggi così ambigui. Tra l'altro Frears è bravo a gestirlo in modo che la sua recitazione, pure sopra le righe, non sia mai gigionesca, anche perchè c'è Glenn Close a fare da contrappeso...

Su Glenn Close

Pollice alto per questa grandissima interprete, una che non deve certo il suo successo a tette-culo-ricchipremicotillon, ma verosimilmente al proprio talento. I duetti con Malkovich sono da antologia, i repentini mutamenti d'espressione di un'ironia insuperabile. Ha una mimica controllatissima, recita con gli sguardi ancora più che con le parole, con finezza, fascino, crudeltà: la sua parola preferita.

Su Stephen Frears

Ottima prova di Frears che costruisce il film su primi piani che catturano le mutevoli espressioni dei personaggi, e su giochi di specchi che riflettono immagini all'infinito restituendo un ambiente freddo e spersonalizzante; porte che si aprono e che si chiudono, ovvio simbolo di personalità capaci di mutare a piacimento. Anche la fotografia gioca tra ombre scure e una luce fredda, quasi metallica, riflessa appunto, mai diretta, che sfiora in superfice i tessuti preziosi dei vestiti... Le scene sono prevalentemente in interni: salotti, camere da letto, boudoir, sale da pranzo, caselle di una scacchiera su cui i personaggi si muovono con mosse calcolate.

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