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Noah

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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Fanny Sally

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Noah

di Fanny Sally
6 stelle

Pur presentando una sceneggiatura con qualche licenza e superficialità di troppo che ne inficiano la piena riuscita, la pellicola del visionario Aronofsky può contare sulla spettacolarità degli effetti speciali e sul carisma dei suoi interpreti.

La famosa storia del diluvio universale è una leggenda comune a molti popoli e culture geograficamente lontani tra loro, ma il pluripremiato Darren Aronofsky, qui anche in veste di sceneggiatore, ha deciso di attenersi soprattutto alla più celebre versione raccontata nella Bibbia, ampliando e contaminando lo stringato racconto presente nella Genesi con una serie di elementi fantastici e fantastorici.

Il risultato è un sontuoso blockbuster capace di fondere azione e spettacolarità con alcuni incisivi, seppure abbastanza scontati, momenti di riflessione etica e antropologica, grazie anche ad una regia visionaria ma non debordante e a degli interpreti abbastanza validi e convincenti.

 

A prestare il fisico massiccio e lo sguardo duro e dolente al noto patriarca biblico è Russel Crowe, veterano dei film del genere, che qui trova modo di offrire un’interpretazione discretamente sfaccettata del personaggio, scisso tra la cieca fede nell’incontestabile e severa volontà di Dio e il tormento per gli affetti familiari che si ritrova costretto a sacrificare. Al suo fianco Jennifer Connelly nei panni della moglie (figura romanzata), donna modesta e docile ma anche coraggiosa e di forte tempra, mentre un compassato Anthony Hopkins si ritaglia il ruolo minore dell’enigmatico Matusalemme, nonno del protagonista, dotato di miracolose facoltà taumaturgiche. Emma Watson è invece chiamata a impersonare un personaggio apocrifo, Ila, giovane orfana combattiva che, adottata dalla famiglia di Noé, sarà oggetto di tensioni tra i suoi tre figli maschi.

 

Di grande impatto e sufficientemente realistici gli effetti speciali che ricreano l’arca e tutti gli animali che vi si rifugiarono, così come la torrenziale tempesta, che comunque occupa una parte tutto sommato limitata del minutaggio, mentre ampio spazio viene dedicato al conflitto tra le diverse tribù, scatenato dall’esaurirsi delle risorse naturali. In verità si tratta di un scontro impari, essendo il protagonista e la sua famiglia gli unici ad opporsi a quelli che vengono presentati come gli eredi di Caino, portatori di distruzione e avidi di potere. Altro elemento puramente fantasy che destabilizza un po’ (ma neanche troppo, data la natura parecchio immaginifica dei racconti religiosi) è la presenza degli angeli caduti, rappresentati come enormi esseri dalla sembianza di mostri di pietra che aiuteranno Noé a costruire l’imponente arca.

 

Tanti sono dunque gli elementi che, se da una parte rendono il film sufficientemente interessante tenendo desta l’attenzione per le sue oltre due ore, finiscono per sfilacciarsi un po’ nel finale che appare più rassicurante e ottimista di quanto si poteva presupporre.

 

Un’operazione sicuramente azzardata che affascina ed ha i suoi indubbi meriti nel comparto visivo e attoriale, pur presentando qualche licenza e superficialità di troppo che ne inficia la totale riuscita.

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