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Rapina a mano armata

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rapina a mano armata

di chinaski
8 stelle

Questo film del 1956, opera prima di Kubrik, dopo il non molto conosciuto "Fear and desire" mostra già la forte personalità e creatività del regista. Anche se alcuni personaggi rimangono legati ad alcuni clichè come la donna perfida ed egoista e il marito sciocco e succube di essa la struttura narrativa è veramente formidabile. Kubrik costruisce l' intera vicenda (una rapina ad un ippodromo) seguendo il punto di vista dei vari personaggi. In questo modo la storia viene frammentata e grazie ad un ritmo forsennato il tutto rimane perfettamente legato e l' attenzione dello spettatore non viene mai meno. Kubrik destrutturando il tempo della narrazione costruisce un intreccio di notevole interesse. I flashback ci informano sulle varie azioni dei personaggi senza che il senso della storia vada mai perso. All' ultimo la rapina viene fatta vedere in maniera straordinaria grazie a questa forma di visualizzazione della narrazione, la "focalizzazione interna multipla" (Genette) che permette di osservare uno stesso evento da vari punti di vista. Tarantino con "Jackie Brown" nella scena dello scambio della valigia farà l' identica cosa.
Questi uomini decidono di compiere la rapina con motivazioni differenti. Il più debole di tutti sarà quello che poi alla fine ucciderà i compagni. Il capo, l' organizzatore della rapina, riuscirà a sopravvivere. Non andando all' appuntamento, poichè si era accorto che qualcosa non andava per il verso giusto, si dirigerà direttamente all' areoporto con il malloppo. Ma il destino è sempre in agguato. La vita inevitabilmente si prende gioco dei suoi figli. L' atroce ironia del fato si diverte con un piano altrimenti perfetto. Un cagnolino fugge alla padrona, la macchina che trasporta i bagagli all' aereo si rovescia per evitarlo, la valigia con i soldi cade e si apre. Il sogno è infranto, la razionalità e la logica sono soverchiati da uno stupido imprevisto, e nei nostri occhi rimane l' incredulità e l' allucinata fissità del perdente. Inutile organizzare e prevedere, la vita ha sempre la sua fantasiosa maniera per farsi i propri comodi e per distruggere le nostre fragili (anche se complesse) illusioni.

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