Regia di Michele Lupo vedi scheda film
Western non certo memorabile basato sull'abusatissimo canovaccio fatto di torti imperdonabili e altrettanto inevitabili vendette. Resta però il merito non da poco (per l'anno 1966) di essere riusciti a spalmare d'ironia una vicenda che di comico avrebbe avuto ben poco.
Su assist dello sceneggiatore Ernesto Gastaldi, Michele Lupo mette su uno spaghetti-western che ha il merito non indifferente (per l'anno 1966) di spalmare d'ironia una vicenda che di comico o anche solo 'leggero' avrebbe ben poco. A dare il volto all'eponimo protagonista ci pensa Giuliano Gemma che, parlando di western nostrani, aveva già indossato i panni di “Ringo”, e se la cava qui discretamente pur gigioneggiando a volte in maniera eccessiva. Il cattivo di turno è invece Fernando Sancho, e l'attore spagnolo fa davvero un figurone. Carine infine le musiche di Francesco De Masi che non si limita a fare il verso a Maestro Morricone, cosa che troppo spesso avveniva nel mondo degli spaghetti-western. Toni e interpretazioni a parte, il canovaccio del film non è che offra però grossi momenti da applauso, con una storia piuttosto abusata di imperdonabili torti e altrettanto inevitabili vendette, e con sparatorie e scene d'azione non certo memorabili.
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