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The Rover

Regia di David Michôd vedi scheda film

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La recensione su The Rover

di arkin
7 stelle

 In un futuro prossimo, in un mondo devastato dalle guerre, tre uomini in fuga tra i quali Henry, che ha appena abbandonato il fratello minorato Rey(Pattinson) ferito, forse a morte, rubano la macchina, una rover, al solitario e misterioso Eric(Pearce). Dopo aver salvato Rey al solo scopo di trovarne il fratello, Eric intraprende una caccia apparentemente assurda e immotivata ai tre ladri...

 

Insolito film post-apocalittico on the road, che inizia benissimo, con una sequenza di inseguimento sulla strada tesa e psicologica, calamitando subito l'attenzione dello spettatore, incuriosito dall'animosità del suo protagonista nei confronti di tre ladruncoli che hanno rubato una macchina vecchia e polverosa(e perfettamente rimpiazzabile). Michod, regista del bel "Animal Kingdom", continua su questa strada per almeno metà del film, accompagnandoci in mezzo ad un mondo deserto popolato di personaggi folli, ognuno a modo proprio, che continuano a vendere cose e persone(il bordello coi ragazzini) nonostante il denaro abbia perso del tutto valore, e in apparenza non esistano più governi o poliizia, ma solo piccole bande di uomini armati che vestono tute militari e che rispondono agli ordini di "superiori misteriosi". Anche i suoi personaggi non sono ovvi o bidimensionali: Eric è freddo, feroce, forse persino affetto da una forma di psicosi, ma tuttavia le sue azioni non seguono mai una linea di condotta banale o scontata, soprattutto nel suo rapporto con Rey, ragazzo del sud minorato e instabile, anche lui tratteggiato con insolita credibilità: naif su alcune cose, crudele in altre, calcolatore quando serve e ingenuo fino a diventare tenero nei momenti più inattesi. E' quindi un enorme peccato che la seconda parte del film non decolli, trascinandosi gradualmente verso una narrazione lenta e a tratti davvero noiosa, perdendo di vista il potenziale dei personaggi e delle loro dinamiche personali, scivolando verso una serie di azioni prive di spessore drammatico, nonostante le intenzioni. Il significato finale, per nostra fortuna ambiguo, è quasi sicuramente connesso al cambiamento che subisce Eric, convinto che il mondo sia un luogo insensato in cui azioni e orrori e colpe non abbiano alcun significato, e alcuna conseguenza(e i fatti sembrano dargli ragione), ma che tuttavia attraverso il rapporto con Rey arriva a fare gli inevitabili conti con il motivo per cui la Rover era tanto importante per lui. Un confronto con la propria coscienza e umanità, senza altri giudici o giurie terrene o ultraterrene a cui rispondere. I due personaggi principali, protagonisti assoluti di tutta la pellicola, sono interpretati in modo convincente: ma se il bravo Pearce ha vita più facile rispetto al suo collega(è ormai assodato che Pearce sia ottimo in parti malate, nervose, di uomini squilibrati o sul punto di diventarlo), Pattinson si cimenta con un ruolo davvero atipico: quello di un ritardato costantemente in equilibrio tra la mentalità di un bambino, e quella di uno smaliziato giovane adulto. Ed è davvero convincente, anche perchè evita le trappole dell'esagerazione e del macchiettistico, comunicando il suo stato mentale e una forma di ottusa malizia solo con micro-gesti, micro espressioni, e la cadenza nel parlato(accento del sud compreso). Un'ottima prima parte, e una seconda appena appena sufficiente. Ma il film rimane comunque interessante, onestamente pessimista, ben recitato, e in definitiva godibile.

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