Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Primo affondo di Virzì nel genere drammatico con una storia perfettamente raccontata ad incastro da quattro punti di vista distinti. Ottimo il cast, con un eccezionale Bentivoglio su tutti.
Il primo affondo di Paolo Virzì nel genere drammatico è un esperimento riuscito in pieno. Partendo dall'omonimo romanzo di Stephen Amidon, il regista Livornese mette in scena un ritratto distaccato, amaro e ben poco ottimista della nostra società bene, di chi ne fa parte e di chi non ne fa parte ma desidererebbe entrarvi a tutti i costi. È un film raccontato da quattro punti di vista distinti che si incastrano a perfezione e regalano uno spettacolo tanto bello a livello cinefilo quanto deprimente a livello umano. Il cast è poi di primissimo ordine, con un po' tutto il meglio che offre oggi il cinema di casa nostra e fra cui la mia personalissima palma di uomo-partita va a uno straordinario Fabrizio Bentivoglio. Volendo proprio cercare il pelo nell'uovo, la relazione fra Luigi Lo Cascio e Valeria Bruni Tedeschi viene sbrigata in maniera un po' troppo approssimativa. Nel complesso un ottimo film.
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