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Die Welt

Regia di Alex Pitstra vedi scheda film

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La recensione su Die Welt

di pazuzu
7 stelle

Con stile morbido ma mano registica vivace, Pitstra (olandese di padre tunisino) rende omaggio a una generazione di ragazzi frustrati dalla consapevolezza di essere lontani dalle opportunità vere, che cullano il sogno di raggiungere il posto dove poterle cogliere per realizzarsi ma sanno che per provarci devono mettere a repentaglio la propria vita

 

Quando guarda il mare, Abdallah mira a dove finisce la vista ed oltre, a quell'Europa che il padre - che l'ha vissuta - chiama "Il Mondo" (Die Welt), e a cui lui stesso inizia a pensare con sempre maggior insistenza dopo un'estemporanea quanto indimenticabile notte d'amore con una turista olandese.

 

 

«In Tunisia sono tutti su Facebook», «In Tunisia sono tutti disoccupati». In questo scambio di battute di Abdallah con la sorella Ahlem, sta la prospettiva di quest'opera prima piccola ma viva e interessante, che prova a mostrare la molteplicità di stimoli che formano, accompagnano e illudono i giovani a queste latitudini, e a catturare l'atmosfera che costoro respirano per le strade di una Tunisia che, nell'era globale di internet e dei social network, sta faticosamente approcciando alla democrazia dopo che la Rivoluzione dei Gelsomini ha posto fine a una lunga dittatura; una dittatura ultraventennale che ha lasciato in eredità una generazione di ragazzi frustrati dalla consapevolezza di essere lontani dalle opportunità vere, che cullano il sogno di raggiungere il posto dove poterle cogliere per realizzarsi ma sanno che per provarci devono mettere a repentaglio la propria vita.

Nonostante il padre burbero tenda a saldargli i piedi a terra ricordandogli che oggi l'Europa è "finita", e nonostante la sorella perennemente 'online' sembri levitare in una sorta di dimensione parallela ovattando la propria insoddisfazione, in Adballah cresce intimamente il desiderio di andare, di rischiare: incuriosito dai dialoghi con i coetanei e affascinato dalle parabole dei più anziani, da un lato sconfortato dalla mancanza di prospettive nel proprio paese e dall'altro spronato dal bisogno di darsi uno scopo, cerca in silenzio il coraggio di imbarcarsi verso l'unico futuro appetibile conosciuto.

 

 

Nato e cresciuto in Olanda, il regista Alex Pitstra è figlio di un tunisino, per lui a lungo assente, dalla cui vita ha preso spunto per delineare quella del padre del protagonista: forse per l'influenza del fattore autobiografico, fors'anche per una innata propensione alla pacatezza, in Die Welt, Pitstra fornisce della Tunisia odierna un'istantanea riflessiva e ragionata, optando per un approccio descrittivo e leggero capace anche, nella prima parte, di condurre a qualche inatteso sorriso a mezza bocca (l'incipit nel negozio di dvd, dove Abdallah cerca di dissuadere un avventore dall'acquisto di Trasformers 2 definendolo un'apologia dell'imperialismo americano, starebbe bene in Clerks di Kevin Smith), e riservando all'escalation onirica della lunga sequenza finale gli accenti più inesorabilmente drammatici.

Con stile morbido ma mano registica vivace, Pitstra parte dalle dinamiche sociali che ruotano attorno al suo protagonista per rendere il proprio omaggio ad un popolo intero che, dopo aver dato il via alla cosiddetta Primavera Araba, è culturalmente fervido e in transito, orgogliosamente geloso della propria identità e della propria dignità, ma terribilmente spaesato e proteso alla ricerca - purtroppo vana - di un approdo, se non sicuro, almeno rassicurante.

 

Die Welt from FilmTv on Vimeo.

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