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L'aria serena dell'Ovest

Regia di Silvio Soldini vedi scheda film

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La recensione su L'aria serena dell'Ovest

di Baliverna
8 stelle

E' un buon esempio di cinema italiano, senza riserve. La trama è ambientata in una Milano grigia, abitata da persone non troppo felici, per non dire tristi. E' una città dove si fa sesso dopo la discoteca e neppure ci si riconosce più se ci si incontra per strada qualche tempo dopo. La cifra che accomuna i diversi personaggi che popolano il film è la solitudine e l'incomunicabilità, sia per chi è vive in coppia, come per chi vive ostinatamente da solo (la ragazza che perde l'agenda). Marito e moglie non si dicono le cose, anche se sono importanti, e mentono forse senza saperne neppure la ragione. Perché, ad esempio, il chimico non dice alla consorte di essere in ferie e poi di voler lasciare l'impiego? Le coppie sono anche gravate dallo squilibrio di sentimenti e di attese tra lui e lei: lei cerca tenerezza e amore, lui si ritrae e dà motivazioni ipocrite; oppure lei pianta senza pietà un poveretto che domandava solo un po' di compagnia, gettandolo nella disperazione più nera, ma poi tenta un'impossibile storia con un uomo sposato.
I dialoghi e le situazioni sono tutti indovinati e presi dalla vita reale, una vita di cui si ha perso il senso, dopo essersi dedicati con tutte le forze alla carriera e alla posizione economica. La scneggiatura sa mettere il dito sulla piaga di molti mali della società moderna, però senza cinismo, ma con verità e schiettezza.I momenti di autenticità e di vicinanza tra le persone della metropoli sono rarissimi e fugaci, perché ognuno vive per conto suo, nel suo guscio. Non si può parlare di pessimismo totale da parte del regista, perché i suoi personaggi più o meno tirano avanti, tirano a campare, e poi non sono completamente inariditi. Si può dire, tuttavia, che non sembra proprio che la monotonia e il grigiore della loro vita si possa spezzare. A Est ci sono tumulti e sommovimenti di interi popoli, ma nell'aria serena dell'Ovest non è che si viva poi tanto bene. Questo mi sembra essere il senso del film, a cui contribuisce non poco il suo indovinato titolo.

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