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I racconti di Canterbury

Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I racconti di Canterbury

di hallorann
8 stelle

"I racconti di Canterbury", insieme al "Decameron", ha innescato generi e sottogeneri commerciali... Pasolini non è stato solo un grande intellettuale, ma anche un profeta e un pioniere cinematografico.

Chi l’ha detto che il peto era un’esclusiva di Alvaro Vitali? Il primo sdoganatore fu PPP che NEI RACCONTI DI CANTERBURY li utilizza come “armi” di difesa naturale, a mo’ di strumento e di burla anale. Come nell’ultimo episodio del film, in cui ricostruisce l’inferno nell’Etna: i frati per la loro avidità vengono direttamente espulsi dall’ano dei diavoli con dei potenti peti. Tra scherzi e giochi grandi verità si possono dire, dichiara un buffo personaggio al poeta Chaucer (autore dei racconti inglesi) interpretato da Pasolini stesso, il quale ogni tanto vediamo impegnato a osservare, scrivere e a cercare ispirazione in uno studiolo.

 

 

Secondo capitolo della trilogia della vita, questi Racconti rappresentano principalmente il sesso, l’amore, la morte. Ambientato all’ombra dell’Abbazia di Canterbury, rispetto al Decameron – incentrato sulla “bellezza della semplicità e della furbizia popolare con comicità e ironia sottile”, qui invece “la laidezza del dominio, la volgare violenza della ricchezza, la stupidità delle vecchie generazioni confrontate con la rozza spontaneità del giovane popolo”.

 

 

E’ il film più leggero del poeta friulano, più disimpegnato, girato con il consueto stile pasoliniano: frammentato, casuale, spontaneo. Gli accenti dati a episodi (spesso irriverenti ma non tutti riusciti), situazioni e personaggi sono grotteschi e sarcastici, idem i peccati capitali che sono la farina con cui lievitare la pasta letteraria. Nato, come suggerisce il papiro finale, solo per il gusto di raccontare, oltreché di far sorridere e storicizzare il mondo anglosassone. Gli istinti primari, cibo compreso, il sesso (anche quello omosessuale condannato al rogo) sono visti in chiave ludica e spensierata, epperò la morte è dietro l’angolo, fa parte della vita stessa, rovescio della medaglia. Insieme al DECAMERON ha innescato generi e sottogeneri commerciali, da cassetta si diceva un tempo, un cinema da buco della serratura (come nell’episodio del diavolo Franco Citti): comico, erotico, patetico. Pasolini non era solo un grande intellettuale rigoroso, è stato persino un profeta e un pioniere cinematografico. Curiosità: tra i doppiatori Eduardo De Filippo (Alan Webb) e Marco Bellocchio (John Francis Lane).

 

 

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