Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Panphlet contro la televisione scritto da Paddy Chayefsky sostenuto da una grande prova collettiva di attori tra cui emergono Peter Finch, Faye Dunaway, William Holden e Robert Duvall.
Il commentatore televisivo Howard Beale (Finch) licenziato dal suo network per il crollo degli ascolti, dichiara davanti alle telecamere di volersi suicidare ed ovviamente l'indice di ascolto sale e viene riassunto. Un gruppo di cinici executive capeggiati dalla Dunaway e da Duvall lo trasforma in un predicatore seguitissimo dalle masse. Ma quando il giocattolo si rompe, alla rete non resta che liberarsene organizzando la sua morte in diretta.
Ottimo: Impersona con cinico realismo il direttore delle News.
Premiato con l'oscar, attribuito postumo: è grande nei panni del telepredicatore folle.
Bravo nell'interpretare il dirigente del network che si rifiuta di seguire le strategie degli altri executives. Sarà licenziato a causa delle sue divergenze con Duvall e la Dunaway perchè si rifiuta di seguire la strada dell'amorale perseguimento dei risultati ad ogni prezzo, anche a scapito della vita umana.
Bravissima, premiata con l'Oscar come migliore attrice protagonista. La Dunaway interpreta Diana Christensen l'executive disposta a tutto pur di fare carriera in un importante network televisivo. Il suo personaggio è talmente ossessionato dalla sete di successo che arriva perfino a parlare di share e ascolti TV anche durante l'amplesso. Si tratta di una donna amorale, senza scrupoli e quasi perversa. Già qui la Dunaway tratteggia quello che sarà il personaggio che la accompagnerà per il resto della carriera e che verrà portato alle estreme conseguenze nella sua criticatissima Joan Crawford.
Ottima la sua regia: inventiva e originale come nella scena in cui gli executive preparano freddamante l'omicidio di Beale.
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