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Quien sabe?

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quien sabe?

di hallorann
8 stelle

Il Western politico italiano per eccellenza

Film storico e d’avventura con sfumature western per il regista Damiano Damiani. Per i più è il film che inaugura il filone di western politici. QUIEN SABE? è soprattutto una creatura di Franco Solinas, il quale prese il soggetto di Salvatore Laurani e lo trasformò nell’adattamento e nei dialoghi in un’opera dai connotati terzomondisti e rivoluzionari.

 

 

Del protagonista americano conosceremo il nome solo nel prefinale, per il resto viene apostrofato come il gringo o come el nino per il suo aspetto da bambino. El Chuncho è l’altro protagonista, un bandito che con la sua banda di bruti assalta treni per sequestrare armi dell’esercito governativo da consegnare al generale rebelde Elias. Siamo in Messico nel 1917 e i riferimenti storici alla rivoluzione di Emiliano Zapata e Pancho Villa sono palesi, mentre i riferimenti filmici sono il VIVA ZAPATA di Elia Kazan.

 

Lou Castel, Martine Beswick

Quien sabe? (1967): Lou Castel, Martine Beswick

 

Tate si unisce alla banda di El Chuncho e del fratellastro El Santo, un prete un puro (come lo definisce il fratello) che combatte in nome di dio a favore dei poveri e degli oppressi perché Cristo è morto tra due banditi. Per espugnare una fortezza di soldati utilizzano una troia finta (Adelita, una della banda) come cavallo, El Santo lancia bombe a mano in nome del padre del figlio e dello spirito santo. Solinas inventa situazioni e dialoghi progressisti che Damiani regista (un perfetto prototipo di regista impegnato e popolare al contempo) filma con leggerezza e guasconeria, senza mai trascendere in farsa o caricatura. Siamo nel territorio umoristico del coevo IL BUONO… di Leone, ma lo scenario messicano presta il fianco alla lettura politica impressa dallo sceneggiatore preferito di Gillo Pontecorvo. Saranno Colizzi prima e altri dopo, ad andare verso lo Spaghetti, a caricare più sul versante picaresco e comico.

 

Klaus Kinski

Quien sabe? (1967): Klaus Kinski

 

E ancora Solinas a forgiare i caratteri dei due protagonisti di significati terzi. L’americano è un mercenario a cui interessa solo il denaro, è civilizzato e rispetta le regole del gioco individuale non quelle storiche. Rappresenta l’ambiguità americana in politica estera – ieri come oggi. Forse ha il senso dell’amicizia salvando la vita da morte sicura a El Chuncho in più circostanze, è leale nel dare la sua parte di bottino ma non ha fatto i conti con l’idealismo del messicano. Quien sabe Chuncho prende coscienza di classe in modo empirico? In sostanza ha un sussulto di dignità, pensa alla collettività e vede in Bill, quien sabe? Un nuovo nemico? O semplicemente l’imperialismo americano che li vuole ancora servi e subalterni. Ed ecco la famosa battuta/invito alla ribellione rivolta al lustrascarpe che chiosa e chiude il film: “non comprarte pane con esto dinero hombre, compra dinamite!!!”. El Chuncho fugge alla Chaplin verso un avvenire di nuove consapevolezze.

 

Il ’68 arriverà due anni dopo, eppure QUIEN SABE? ne anticipa le tematiche, i modelli terzomondisti, cavalca le ribellioni anticolonialiste. Fa capolino anche la droga (la mescalina) nella scena della febbre malarica. GIU’ LA TESTA di Sergio Leone ne sarà fortemente debitore, nell’ambientazione storica e politica e nell’amicizia tra i due protagonisti sembrerà ricalcarne pedissequamente il modello.

 

Gian Maria Volonté

Quien sabe? (1967): Gian Maria Volonté

 

Lou Castel, Gianmaria Volontè e Klaus Kinski sono le tre “star”: l’ultimo seppur spiritato gioca in sottrazione per via di un ruolo marginale, i primi due primeggiano e se Castel interpreta la sua parte con quel filo di doppiezza da PUGNI IN TASCA (ma qui è decisamente contenuto), Volontè istrioneggia e fa da mattatore dal principio alla fine. La sua interpretazione è indimenticabile, soprattutto perché brillante e rara nella sua filmografia.

 

Gian Maria Volonté, Lou Castel

Quien sabe? (1967): Gian Maria Volonté, Lou Castel

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