Regia di Patrick McGrady vedi scheda film
Stephen Fry ripercorre le vicende umane e artistiche di Richard Wagner, compositore a cui è profondamente legato, recandosi nei luoghi ove Wagner visse e lavorò.
Bayreuth, sede del prestigioso festival annuale dedicato a Richard Wagner, è la città in cui si apre e si chiude questo interessante documentario, che nel corso della sua ora e mezza circa di durata si snoda attraverso la Svizzera, San Pietroburgo e Norimberga, ripercorrendo passo passo la vita e le opere del compositore tedesco. Merito principale del film è di riuscire ad avvicinare alla musica classica e all'opera anche chi non è esattamente un esperto del settore; Stephen Fry, attore inglese che non fa mistero di adorare Wagner, spiega con la massima semplicità gli eventi chiave della carriera e dell'esistenza terrena del compositore, entrando di rado anche nel terreno tecnico-musicale, adoperando comunque in ogni caso un linguaggio comprensibile e seguendo una buona linearità narrativa. I riscontri positivi sono certamente da accreditare anche al regista e sceneggiatore Patrick McGrady, documentarista britannico attivo soprattutto per il piccolo schermo; la buona dinamica - anche concreta, come si è visto, in termini espressamente geografici - del racconto fa in modo che si possano sopportare meglio le pecche del lavoro, prima delle quali è una certa ripetitività degli argomenti. A tale proposito, il continuo ricordare l'antisemitismo di Wagner e la sua totale innocenza di fronte al futuro fenomeno del nazismo sembra soltanto un modo per mettere la sordina a una delle questioni più controverse a riguardo del compositore. Immagini suggestive, nel complesso, per un documentario assolutamente non stereotipato. 6/10.
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