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Snowpiercer

Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Snowpiercer

di GIMON 82
9 stelle

L'essenza d'un viaggio senza fine,distopico e autoannullante quello dello "Snowpiercer",letteralmente treno "rompighiaccio".........A differenza degli esordi dei connazionali Park e Je-Woon,(che ho comunque ammirato in Stoker e The last Stand) Bong Joon-Ho (ri)conferma un talento puro e cristallino,innestando in questa "parentesi" Hollywoodiana un tipo di fantascienza atipica,nervosa e incisiva nella struttura, che gode del carisma "stracciato" di Chris Evans  in veste di paladino dei reietti.

Chris Evans

Snowpiercer (2013): Chris Evans

Evans incarna mimeticamente uno spicchio d'umanita' depredato di dignita' e origini,occupante una "terza classe" d'un treno "senza fine",in viaggio lungo un perimetro di mondo distrutto dai cataclismi e dall'avidita' umana.Bong come in "The Host" usa un impianto virante tra critica sociale,fantascienza e  citazionismo di marca "Kubrickiana",oscillante tra "Shining" e "Arancia meccanica".Uno stile cinematograficamente superbo nelle metodiche inquadrature e  nel superlativo cast che annovera oltre a Evans, il mutilato John Hurt,la racchia e inacidita Tilda Swinton,piu' lo stratosferico villain in vestaglia Ed Harris.Trattandosi di Bong non poteva di certo mancare il suo attore feticcio gia' visto nei panni del detective di "Memories of Murder" o dello stralunato padre di "The Host",quel Song Kang-Ho che qui interpreta un esperto d'impianti di sicurezza con problemi di tossicodipendenza.

Ko Ah-sung, Kang-ho Song

Snowpiercer (2013): Ko Ah-sung, Kang-ho Song

Sono loro i rappresentati di moderne "caste",che in un avveneristica "lotta di classe" cercano  uno spicchio di sopravvivenza,un "modus" d'umanita' che  non sembra aver futuro,relegato ad una lotta violenta e ferina,che come nella miglior tradizione da "neo cinema" orientale il regista non risparmia.Tuttavia la violenza di "Snowpiercer" non è mai fine a se stessa,è un elegante esercizio di stile (e sopratutto ralenty) che non disdegna la coreografia piu' pura e classica del cinema coreano dell'ultimo decennio,(vedi ad esempio "Old Boy).

Ovviamente essendo opera estrapolata da una "Graphic Novel" Bong non rinuncia al tratto spettacolare che strizza l'occhio allo spettatore,utilizzando quello stile tra grottesco e paradossale a lui tanto caro,spezzante quell'aura drammatica che trasuda dai luridi vagoni di terza classe.Tutto è contraddistinto da un tratto da cinema "stil novo",non catalogabile a priori,che si rivolge ad ogni tipo di palato cinefilo.Bong dimostra cosi' un evoluzione registica non indifferente,favorito senz'altro da un corposo budget che gli ha consentito di ricostruire scenografie e location accurate,accompagnate da una fotografia su piu' livelli:livida e tetra in "terza classe",calda e accogliente nella prima.

Chris Evans

Snowpiercer (2013): Chris Evans

Ambienti che sono il "non plus ultra" d'una vicenda umana  drammatica, riflettente in pieno il periodo di crisi e insicurezza globale.Perchè lo "Snowpiercer" oltre ad accogliere una visione paradossale delle stato delle cose,ha il respiro attuale d'una societa' in crisi di valori che qui raggiunge l'enfasi nell'autoannullamento reciproco o nella mutilazione coatta."Il treno senza fine" è quasi l'ultimo baluardo d'una futuristica "corte dei miracoli" che il massiccio Evans incarna nella ribellione coercitiva,"coadiuvato" dall'anziano consigliere John Hurt.Colpisce in questo senso una sceneggiatura scrupolosa,avvincente nel porre ogni personaggio su di un proprio livello.Ogni figura è qui emblematica,dall'odiosa Tilda Swinton,al villain dall'occhio di ghiaccio Ed Harris, ognuno ha nella peculiarita' fisica un tratto che lo distingue nella "posizione" sociale.Colpisce cosi' vedere un John Hurt ridotto quasi a tronco umano,frutto di anni passati a "scarificarsi" per un bene collettivo.

Nell'aura umana dei personaggi vi sono accenni nichilistici che lo splendido dialogo finale tra il "magnate" Wilford (Harris) e Curtis (Evans) sottintende alla grande.Il mondo (e sopratutto l'uomo) è un luogo depredato di valori,l'umano è oramai un automa accecato di effimero,in lotta coi suoi simili per una sopravvivenza forzata.

Il parossismo del film risiede dunque qui,in una collettivita' malata che Bong rappresenta nel "magnate" Ed Harris,simbolo di un neo-capitalismo globale che ha ucciso tutto e tutti.

scena

Snowpiercer (2013): scena

Ogni cosa lascia presagire una fine imminente dietro l'angolo,anche se Bong lascia nel finale una parvenza di ottimismo e speranza che risiede negli occhi di due innocenti..........

"Snowpiercer" termina cosi',gelido e tenero nel contempo,proclamandosi come uno dei titoli piu' interessanti del 2013,spiazzante a tratti,che amalgama sinergicamente vari elementi,sopratutto grazie al talento d'un regista di cui sentiremo parlare sempre piu' spesso........

Joon-ho Bong

Snowpiercer (2013): Joon-ho Bong

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