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Trama

Padre Adam riporta alla vita una piccola parrocchia in mezzo al nulla, mettendo in piedi un centro sociale per ragazzi con un passato difficile alle spalle. La sua energia e la sua dedizione alla missione sacerdotale lo fanno ben volere dalla gente del posto e tutti vogliono averlo accanto. Dopo l'incontro con un giovane paria del posto, padre Adam è costretto a confrontarsi con il peso della passione e di un oscuro segreto a lungo dimenticato. Quando i peggiori sospetti degli abitanti del villaggio diventano certezze, padre Adam diventerà il nemico da combattere.

Approfondimento

IN THE NAME OF: L'AMORE (OMOSESSUALE) DI UN PRETE

Diretto da Malgoska Szumowska, regista del discusso Elles, In the Name of è prima di ogni cosa un'opera sul desiderio di amore, affetto e vicinanza. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2013, il film trae ispirazione da una storia realmente accaduta e riguardante un giovane ragazzo accusato di aver ucciso un sacerdote in maniera brutale per poi discostarsene e concentrarsi soltanto su un aspetto: il coraggio di un prete che osa, rompendo le promesse impostegli dal voto, amare.
Lontana dall'idea di raccontare qualcosa di moralmente scabroso o di moralizzante, la Szumowska è partita dal desiderio di mostrare quanto l'amore, sentimento percepito come naturale tra un uomo e una donna, possa trasformarsi in peccato nel caso in cui riguardi un sacerdote, per di più omosessuale. In In the Name of padre Adam, il protagonista sacerdote che è prima di tutto un essere umano, ad un tratto diviene vittima della sua stessa fede, della religione e delle istituzioni della Chiesa, solo perché vuole amare e, cosa che aggrava la situazione, desidera amare un altro uomo.

UN FILM REALIZZATO NELLA CATTOLICA POLONIA

Protagonisti principali di In the Name of nei panni di padre Adam e Humpty sono rispettivamente Andrzej Chyra (uno dei migliori attori polacchi del Duemila e conosciuto in Italia soprattutto per essere tra gli interpreti di Katyn di Andrzej Wajda e di Persona non grata di Krzysztof Zanussi) e il giovane Mateusz Kosciukiewiez (nel cast di molte opere interessanti ma pressoché consciute in Italia come Baby Blues e Shameless e scelto più volte da Andrzej Wajda, che lo ha voluto nei suoi Tatarak (Sweet Rush) e Walesa).
Girato in un contesto conservatore e al 90% cattolico come quello polacco e capace di suscitare polemiche e scandalo ancora prima di essere presentato a Berlino, In the Name of conta su una sceneggiatura a quattro mani firmata dalla stessa regista Malgoska Szumowska con Michal Englert. Direttore della fotografia scelto anche da Ari Forlman per The Congress ed ex compagno di studi della Szumowska (nonché direttore della fotografia di tutti i suoi film) alla scuola di Lodz, Englert ha contribuito a tutte le fasi di lavorazione di In the Name of, dal montaggio all'editing sonoro.

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alan smithee di alan smithee
8 stelle

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2 recensioni positive

2013
2013

Recensione

alan smithee di alan smithee
8 stelle

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Tato88 di Tato88
10 stelle

“Si uccide un film molte volte” diceva Daniel Day-Lewis in un altro film poco fortunato. “Un film è un sogno, e lo uccidi quanto lo scrivi, ne organizzi le riprese, lo dirigi… poi in sala di montaggio, se sei fortunato,  molto molto fortunato, avviene il miracolo e torna la magia…”. Malgoska Szumowska è dunque tra le registe più fortunate di cui abbia mai avuto il privilegio di…

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