Regia di Bennett Miller vedi scheda film
Un film atipico,aspro e duro come una montagna,contrassegnato dai volti di pietra dei personaggi,agili ma immobili nello stesso tempo.C''e' il miliardario Du ponts , affascinato dalla lotta libera,che vuole fondare una squadra valida che vada alle Olimpiadi di Seul del 1988.Trova la sua ispirazione in Dave Shultz giovane ambizioso,indurito gia' dalla vita, ma dalla carriera in ascesa.Dave vorrebbe con se' il fratello piu' grande ,Mark ma questi rifiuta di seguirlo.Dave invece accetta l 'offerta particolare del solitario riccone e si ritrova nella sua villa , controllato e influenzato, quasi manipolato dall'eccentrico miliardario.Questi succube di una madre arcigna,e' un essere strano,senza amici e famiglia,dedito solo alla ricerca di una medaglia d'oro,prigioniero delle sue ossessioni e dei suoi vizi.Quando l'olimpiade si avvicina,il ricco convince il fratello maggiore ad allenare l'atleta, maal dunque non tutto andra' come si sperava .L'esito sara' imprevedibile e scioccante.
Mi aspettavo un diverso svolgimento dei fatti, qui tutto si fa trattenuto,distaccato,coi corpi muti dei protagonisti stravolti da una battaglia interiore , che non trova nessun sfogo. Mi e' piaciuto Mark Ruffalo , nella parte del fratello trainer,ma qui e' Carrel che dimostra di avere stoffa e talento per il ruolo ambiguo del ricco mecenate .Pero' pare che manchi lo slancio,il punto di svolta,e quello che accade pare si' inevitabile, ma poco comprensibile.Il mio punteggio e' buono,ma ripeto mi apsettavo di piu' da un film candidato a diversi Oscar.
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