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Lei

Regia di Spike Jonze vedi scheda film

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La recensione su Lei

di zombi
4 stelle

theodore è un uomo che sta intraprendendo un doloroso divorzio in un mondo vicino al nostro, ma stranamente diverso. tutto così forzatamente tecnologico, ma colorato di sfumature calde per non farci sentire comandati da emozioni fredde che si fa fatica a riconoscere ancora come tali. un pò come chihiro che la maga yubaba si impossessa del suo nome e gliene assegna un altro per fare che lei si dimentichi del suo e faccia parte di un mondo altro. questo altro mondo in cui vive theodore è un mondo perfetto di luce cristallina, di fotografia(hoyte van hoytema, direi molto bella) calda che rimembra un qualcosa che appartiene ad un passato cartaceo del secolo e del millenio precedente(come fossero migliaia di anni prima), di costumi hitech ma dall'aspetto vintage(casey storm, proprio belli), contrappuntati da una colonna sonora a richiesta in cui non fai quasi in tempo a pensarle le cose, che si avverano. il mondo di theodore(di spike)è un mondo che è ancora quello in cui stiamo vivendo noi spettatori, ma non lo è più. è un mondo perfetto in cui ci si innamora di un sistema operativo, come se fosse la cosa più naturale, quando l'essere umano ti ha ferito ed è molto più facile essere soli in mezzo a migliaia di altri individui soli che conversano beatamente con un qualcosa che non esiste, ma prende coscienza di sè e poi.... il problema dell'essere umano(theodore.... spike..... io.....)è che quando non ha problemi se li crea. vorremmo tutti che il mondo fosse così e che i problemi fossero quelli di theodore; "sciocchi" problemi di cuore e d'amore, pazzia socialmente accettata come dice amy(la adams.... sempre brava), l'amica di theodore che si sente sollevata dopo che ha mandato a cagare il marito e non si vergogna di dire che ha trovato una cara amica nel sistema operativo abbandonato da suo marito. sciocchi problemi globali in un mondo abitato da persone che non fanno che vagare da un luogo all'altro, chiacchierando con qualcuno ad un auricolare. fantascienza del domani, in cui il monolito kubrickiano si schianta contro l'amore cosmico e il suo conseguente disincanto. conoscenza asservita ad un inaridimento generale, dove uno dei lavori più redditizzi è quello di scrivere le lettere per gli altri. altri che si conoscono e si riconoscono attraverso un unico essere umano che ricorda loro cosa provano l'uno per l'altro. un film estenuante che avrebbe potuto benissimo durare almeno una ventina di minuti in meno, in cui si dilatano i tempi mostruosamente per mettere alla prova la pazienza dello spettatore attraverso svariati finali. dal punto di vista formale il film è eccellente. fotografia, costumi, location uniti per creare un effetto straniante, in cui lo spettatore di trova a pensare di vedere un film di fantascienza sull'immediato futuro, scritto magari sessant'anni prima, ma nuovo e quindi vintage. dal punto di vista della scrittura mi ha comunicato una certa irritabilità soprattutto per aver voluto rarefare il finale quasi disgregandolo in atomi per raggiungere una coscienza di sè attraverso la propria distruzione. per quanto riguarda l'aberrante scelta di doppiare il film, lo trovo tipico della pigrizia italica, sia degli esercenti che del pubblico. infine punto il dito contro il dilettantismo della ramazzotti nel dare vita a samantha, che altrove ho trovato anche brava.... qui NO!

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