Regia di Spike Jonze vedi scheda film
Jonze, nome d'arte di Adam Spiegel, arriva dai videoclip, è famoso in quel campo ed è piuttosto trendy, una specie di designer dell'arte del video. Certo, ha realizzato dei buoni film, a cominciare da "Nel Paese Delle Creature Selvagge", che mi piacque assai. Qui ci parla d'amore, da un'angolazione totalmente differente, in un futuro più o meno prossimo, dove, chissà, ci si potrà innamorare di un Sistema Operativo dalla voce suadente (la Johansson, effettivamente bravissima e terribilmente sexy). Phoneix è un povero cristo più o meno in crisi esistenziale, lavora in sottrazione sul suo personaggio, un po' piagnucolante, ma era, in questo ruolo, molto meglio in "Two Lovers" di James Gray, ed è colui che s'innamorerà perdutamente del succitato OS. Tutto qui. O, meglio, attorno c'è il Cinema di Jonze, affascinante, con i suoi colori pastello, tenui, le sue invenzioni visive, ma anche di un'algida bellezza da spot di automobile di lusso. E' tutto molto "gnè gnè", indie, come una di quelle canzoni in bilico fra l'intimismo del folk e quel tocco di modernità che fa un po' figo. Dentro ci sono un sacco di parole, tanta solitudine, una malinconia leggera, la neve, ovvio, e insomma, al termine delle due ore, troppe, si ha voglia di un po' di budella, di sangue, di qualcosa di vivo. Piacerà moltissimo alla parte femminile del pianeta, sarà un film perfetto per San Valentino. Non è brutto, affatto, ma l'ho trovato lezioso e un po' furbo, poco sincero.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta