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In a World - Ascolta la mia voce

Regia di Lake Bell vedi scheda film

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La recensione su In a World - Ascolta la mia voce

di supadany
7 stelle

Vincere non è niente, la famiglia è tutto. Vallo a spiegare a un maschio alfa cresciuto in un altro mondo dove ci si aiuta non aiutandoti (cit.), lanciandoti nella fossa dei leoni o nella vasca piena di squali, infine sfidandoti frontalmente quando sente minacciato il proprio status quo.

Dopo che tanti titoli hanno messo l’importanza della parola in primo piano, a partire dal pluripremiato Il discorso del Re, Lake Bell porta in pectore il valore della voce in un film intelligente e fruibile, un piccolo miracolo di grazia nonostante non sia tutto oro colato.

Intrappolata in un lavoro occasionale che non le rende merito, ne la necessaria sussistenza, Carol (Lake Bell) si ritrova in mezzo a una strada quando suo padre la obbliga a lasciare casa.

Ospitata temporaneamente dalla sorella e suo marito (Rob Corddry), colti da improvvisa crisi coniugale, ben presto le si presenta l’occasione della vita, ma si trova mille bastoni tra le ruote, anche inaspettati.

 

Demetri Martin, Lake Bell

In a World - Ascolta la mia voce (2013): Demetri Martin, Lake Bell

 

Il talento è necessario, ma a volte per sfondare serve il classico colpo di fortuna o più semplicemente una semplice apertura sociale in un panorama che tende a prediligere le posizioni consolidate nel tempo alla voglia di emergere.

Il fulcro è rappresentato dalla voce, capace di accalappiare l’attenzione con declinazioni suadenti, ma prima di tutto elemento necessario per presentarsi agli altri, per descrivere se stessi senza entrare nei dettagli.

Il contorno è invece legato ai più semplici sentimenti, non proprio squisito ma nemmeno troppo puerile, con poi alcune declinazioni stimolanti; credo che raramente si sia visto al cinema un padre assumere una posizione così bieca contro sua figlia con un ego esorbitante e una scorrettezza capace di oltrepassare i limiti di ogni qualsivoglia forma di vergogna.

Ma poi il tono è principalmente leggero, da commedia, ma con coscienza, magari un po’ acerbo in qualche tratto, ma anche in grado di affrontare di petto temi delicati come l’infedeltà coniugale e soprattutto la difesa, strenua e feroce, delle posizioni acquisite in barba a ogni forma di ascensore sociale, tratto distintivo di ogni società che tiene al suo stesso progresso.

Per il resto, Lake Bell appare interessante anche come attrice, lontana dalla bellezza da copertina ma intellettualmente stimolante e genuinamente simpatica, mentre nel contorno vale la pena di segnalare Eva Longoria che sta squisitamente al gioco (al massacro).

Un film sincero, leggero ma tutt’altro che vuoto o assente, per forza di cose, da vedere obbligatoriamente in originale, non tanto per denigrare il doppiaggio nostrano, ma perché le voci sono parte integrante dell’opera, bellissime, profonde o da oche, intendendo dare una sveglia alle donne oggetto.

Interessante e accessibile (chiaramente con qualcosa in più della classica commedia americana).

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