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La fine del mondo

Regia di Edgar Wright vedi scheda film

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La recensione su La fine del mondo

di supadany
9 stelle

Ecco il film che ogni nerd, meglio se “birraiolo”, non può farsi mancare tra le sue visioni.

Dopo alcune avventure separate, tra l’altro spesso comunque felici nei risultati, si ricompone il magico trio formato da Edgar Wright (alla regia), Simon Pegg e Nick Frost, questa volta anche accompagnato da un cast di supporto “very british”, ma di livello internazionale.

Insomma, a volte è bello anche separarsi per poi ritrovarsi più forti di prima, una cosa che non è certo una regola nel cinema di oggi.

Gary (Simon Pegg) non accetta di non aver completato a suo tempo il giro di tutti i pub del paese coi suoi amici, tanto da richiamarli in causa vent’anni dopo.

Lui è il fallito di sempre, gli altri ormai sono cambiati, ma il giro parte, tra varie ritrosie, e le sorprese sono sempre in divenire, infatti scoprono presto che l’intera umanità è in pericolo.

Toccherà a loro fare i conti con chi ormai ci ha invaso.

 

Simon Pegg, Nick Frost, Paddy Considine, Eddie Marsan, Martin Freeman

La fine del mondo (2013): Simon Pegg, Nick Frost, Paddy Considine, Eddie Marsan, Martin Freeman

 

A volte essere un po’ sconclusionati non è un demerito.

Non è affatto facile per carità, ma questa (proficua) reunion è un piacere per i sensi, risveglia sensazioni tendenzialmente sopite, fa divertire e riesce anche a mettere sul piatto deviazioni (fantasy) inaspettate che non saranno curate fino in fondo (o alla fine del mondo), ma che offrono un di più, allargano il tiro, danno ulteriori appigli, senza scordarsi che il primo, e fondamentale, obiettivo, è divertirsi, farsi due risate, come si fa con gli amici quando ci si ritrova al pub con di fronte una schiera di birre pronte ad essere bevute.

Una commedia quindi che sa evolversi, ma che soprattutto parte da una base solida (almeno per chi i giri dei pub li ha fatti ;) ), con una compagnia eteregonea che si muove tra il presente ed i ricordi.

Magari c’è chi oggi ha perso il vizio, ma basta sempre un attimo per ricordarsi che la vita si deve sempre vivere essendo se stessi e togliersi il gusto è solo che un bene, poi siamo tutti fallibili e una bugia a fin di bene non è un problema insormontabile.

Poi ci si infila di tutto, non manca la donna oggetto del desiderio (Rosamund Pike, mica una qualunque velina), non parliamo poi degli alieni, una vera (seconda) sbornia che, altra piega nerd (birra+alieni+risate=tombola), è un’evoluzione che ci aggancia pure alla realtà senza prendersi troppo sul serio.

Ma chi mai, dotato di buon senso, vorrebbe invaderci?

Siamo indomabili!

Tocco di puro genio, certo più sbertucciabile (anche se poi tutto si riconduce all’origine, a me pare incredibilmente fuori luogo), ma alternativa che da nuovi sviluppi, in questo caso non tutti efficaci fino in fondo (le conclusioni personali non sono tutte inebriate di puro genio).

Infine, il cast british è una vera e propria leccornia; c’è proprio di che sbavare a fauci spalancate, Simon Pegg ormai è una sorta di mito, Nick Frost lo segue a ruota, poi troviamo il poliedrico Paddy Considine (valido per tutte le stagioni), il Martin Freeman che può fare l’hobbit come Watson nella serie “Sherlock” senza perdere un colpo, Eddie Marsan, attore dalla classe cristallina e quella bellezza che di nome fa Rosamund Pike, apprezzata (finalmente) e riconosciuta solo dopo “L’amore bugiardo” (2014).

Insomma, non staremo parlando di un capolavoro in senso stretto, ma in quello largo non ci arriva poi molto distante, divertente in maniera estrema, pieno di personaggi gustosi, interpreti di alto rango, idee a josa, una comicità spinta e poi anche tesi che senza farsi problemi fanno a pezzi la considerazione (alta) che abbiamo di noi (come umani).

Semplicemente grande.

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