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Le Week-end

Regia di Roger Michell vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Le Week-end

di alan smithee
6 stelle

Ritrovarsi nei luoghi felici della consacrazione di un amore: trent'anni dopo una coppia piccolo borghese composta da un allegro e buffo professore e una moglie un po' brusca e apparentemente ombrosa, fa ritorno nella capitale francese per un week end all'insegna della memoria e delle emozioni dei bei tempi. Ma l'alberghetto semplice e romantico che li ospitò ha fatto in tempo nel frattempo a diventare squallido e deprimente, costringendo la coppia alla fuga. Un colpo di testa li catapulta invece in un grand hotel certamente al di sopra delle possibilità del piccolo massimale in capo alla carta di credito in tasca al professore, cacciandoli in un guai semiserio, sventato solo dal destino beffardo, che intreccia casualità e circostanze e rende possibili incontri non programmati e tecnicamente altrimenti impossibili. Una commedia alla Richard Linklater con due protagonisti che potrebbero essere la versione matura della coppia Hawke/Delpy vista crescere e maturare sullo schermo nell'ultimo ventennio. Un piccolo, piccolissimo film che riflette senza troppi drammi (ma senza tuttavia rinunciare ad una sottile tristezza di fondo) sulle possibilità di una vita di coppia che resiste, quando tutte o quasi ormai si arrendono alla noia e alla mal sopportazione delle reciproche nevrosi o caratterialita' difficili da gestire. Con l'incontro casuale con l'amico e collega di gioventu', uomo bello ed aitante che si è rifatto una famiglia di recente con una donna che potrebbe essere la figlia, ecco che la coppia anziana e rassegnata trova invece un motivo e una giustificazione più forte che forse li aiuterà a proseguire il loro cammino, ora che la vecchiaia potrà mettere alla prova le loro esistenze con problematiche più serie di quelle che normalmente riescono a compromettere una unione. Jim Broadbent e Lindsay Duncan (qualcuno la ricorda, diafana e quasi albina strega nel magnifico "Riflessi sulla pelle" di Philip Ridley di quasi trent'anni orsono?) coadiuvati da uno spavaldo e giovanile Jeff Goldblum che dimostra vent'anni di meno dei propri natali, sono la chiave di successo di un'operina gradevole, un po' scontata, ma anche intensa e appassionata. Roger Michell, abile impacchettatore di successi brillanti come Notting Hill e A Royal Week End, ma anche di opere drammatiche tese e riuscite come The mother e L'amore fatale ( da McEwan), si dimostra efficace e leggero ma non vacuo, in grado di tener testa al generalmente piu' autoriale e rispettato Linklater già citato poco sopra.

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