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Dark Skies - Oscure presenze

Regia di Scott Charles Stewart vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dark Skies - Oscure presenze

di arkin
5 stelle

Forse non lo sapete, ma c'è un'infida razza di alieni che ha già conquistato il mondo e si infila a casa vostra per mangiare lattuga e impilare barattoli. Non temete, però, sembra che se la prenda solo con famiglie di idioti che, nonostante soffrano di sonnambulismo, enuresi e amnesie,e si ritrovino addosso rash cutanei orrendi, perdano un litro di sangue dal naso, o si feriscano la testa fracassando il cranio contro un vetro...non vanno dal medico neanche a pagarli.

C'è una sorta di linea di divisione, nel film di Stewart, tra una prima parte ridicola(che vi ho riassunto sopra), goffa e scritta male, ed una seconda ben diretta e inquietante, che parte più o meno dal momento in cui i Barrett(la famiglia del film) accetta di essere stata presa di mira da un gruppo di alieni, e la situazione degenera...

La differenza tra un inizio diretto con buona mano, ma scritto male e un finale teso e calibrato è purtroppo ciò che rende questo "Dark skies" un film troppo discontinuo per essere buono, ma anche troppo onesto e inquietante(sempre nella seconda parte) da potersi bocciare completamente.

Gli alieni invasori del film di Stewart si comportano come piccoli poltergeist burloni per tutto il primo tempo: spargono la roba del frigo a terra, mangiando solo la lattuga; impilano barattoli in forme geometriche, giocano con gli allarmi, rubano fotografie(per farci che?), generano cambiamenti nei campi geodetici in modo che stormi di uccellacci alla Hitchcock si suicidino sulla casa delle vittime...Insomma, il loro atteggiamento sembra trovarsi a mezza strada tra quello di un demone e un fantasma burlone. Il problema è che, se anche l'esperto di Ufo dica chiaramente che questo è il loro modus operandi, e che probabilmente lo fanno per testare la gente, è quasi impossibile non trovare i loro espedienti un po' ridicoli, soprattutto in vista del fatto che siamo di fronte ad un'intelligenza superiore(così superiore da smaterializzare persone e impiantargli in testa congegni non rimuovibili). Forse, ad un esame attento, la sceneggiatura avrebbe dovuto puntare su un effetto più insidioso, limitandosi a far entrare in scena  gli "invasori" attraverso dettagli meno d'effetto(ombre nella notte, atteggiamenti strani, disturbi fisici o psicologici meno evidenti...), installando nello spettatore un'angoscia più sottile. Che poi i Barrett continuino ad evitare visite mediche dopo episodi di probabile sonnambulismo e amnesia, dopo essersi trovati rash cutanei orrendi dietro alle orecchie; dopo perdite di sangue dal naso a fiotti e...soprattutto dopo che Lacy, la moglie, ha fracassato con la testa un vetro...è non solo irrazionale, ma così poco credibile da farci dubitare che i nostri "eroi" non siano davvero dementi. Ne potrebbe essere una prova, comunque, il fatto che i due Bennett adulti, nel finale, pensino di poter resistere ad un'invasione di alieni controlla-mente, capaci di teletrasportarsi ovunque e farti fare quello che vogliono, semplicemente barricandosi in casa con assi, un fucile e un cane. E che, non contenti di aver avuto una così brillante idea, poi si separino dai figli chiudendoli in camera, ben sapendo che gli alieni possono creare immagini illusorie e apparire dove vogliono senza permesso. Non c'è che dire, dei geni.

Nonostante questo, però, il film è ben girato e ben recitato, e gli errori di sceneggiatura non rovinano del tutto una genuina ed onesta costruzione della storia, che per molti versi è anche simbolica: gli invasori alieni, questi mostri parzialmente invisibili che dominano menti e dividono le persone, sono anche i "demoni mentali"di una famiglia allo sbando, che sta rischiando di perdere la casa, la coesione, e la conoscenza reciproca.

Bravi gli attori: Keri Russell è credibile, Josh Hamilton discreto. Il più bravo tuttavia è Dakota Goyo(Jesse), che recita meglio dei colleghi più adulti.

Discontinuo ma guardabile, dimenticandosi per un secondo la logica degli eventi per lasciarsi trasportare dalle atmosfere.

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