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Solo gli amanti sopravvivono

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Solo gli amanti sopravvivono

di amandagriss
10 stelle

 

     

Tilda Swinton

Solo gli amanti sopravvivono (2013): Tilda Swinton

  
Tilda Swinton

Solo gli amanti sopravvivono (2013): Tilda Swinton

 
scena

Solo gli amanti sopravvivono (2013): scena

 

Il Vampiro di Jim Jarmusch incarna l’uomo moderno, quella tipologia, sempre più rara, di essere umano che elevandosi, si distingue dalla massa.

Bellissimo, intellettuale, sensibile, raffinato, elegante, pacifico. Malinconico.

Particolarmente schivo, non ama i luoghi affollati, chiassosi.

Molto riservato, evita le relazioni sociali superficiali e fugaci, sfugge alla mondanità e alle sue mode.

Cerca costantemente di tenersi lontano da occhi indiscreti, di eludere domande troppo curiose,

di proteggersi dall’invadenza senza più pudore della sua stessa razza, rozza stolta e parecchio impicciona.

Visti i tempi, si è trasformato in un autentico maniaco della privacy.

Per questo non incoraggia invasioni di campo di alcuna sorta e natura, e gira al largo dai guai.

Se ne sta rinchiuso in una casa o un appartamento per giorni interi, senza vedere nessuno.

A volte, col favore delle tenebre, si allontana dal suo rifugio, per incontrare i pochi cari vecchi amici di un tempo immemore.

Vive ai margini, appartato, col terrore di sentirsi esposto, Lui, profondamente fragile e vulnerabile.

Sarà anche un sopravvissuto alle brutture del mondo, che di tanto in tanto ritornano a flagellar la terra,

ma il peso di un abbondante millennio sulle spalle si fa sentire.

Da un lato rende forti, preparati a resistere e contrastare future sciagure e tempi oscuri, dall’altro logora l’anima.

E il fardello dell’immortalità si fa insostenibile. Una condanna.

L’uomo-vampiro vive nel desolato presente ma il suo sguardo è rivolto al passato;

trova nutrimento in esso, nelle opere letterarie, musicali, nelle scoperte scientifiche che le più geniali (e mortificate) menti della storia hanno partorito.

È ebbro di tutta la sapienza che abbraccia i secoli trascorsi, e intanto a circondarlo sono le rovine di un mondo allo sfacelo,

popolato da un’umanità-zombie, perché, come gli zombie, è omologata, non ha coscienza di sé,

è sprovvista di memoria storica, di conoscenza e intelligenza.

Per questo, destinata a ripetere sempre gli stessi identici errori.

Si limita a vivere d’inerzia, distrugge e si autodistrugge.

Senza poesia, senza bellezza, solo squallore e aridità.

L’uomo-vampiro è divorato dallo spleen.

Perennemente dilaniato dentro come il più classico degli eroi romantici.

Che oggi nessuno più riconosce.

Diviso tra l’amore per la vita e il desiderio di morte. Ad azzerare i suoi tormenti.

In balìa delle sue ossessioni. A crogiolarsi tra i suoi feticci. Reliquie ogni giorno più rare. Ogni volta più difficili da rintracciare,

oggi che siamo sommersi da pura spazzatura, riproduzioni in qualità scadente di originali artigianali da antiquariato.

È solo, geloso della sua arte (su cui non riesce ad avere il controllo assoluto), dentro i suoi spazi, a difendere strenuamente la sua limitata libertà, anche se dall’altra parte del mondo respira la propria metà del cielo, con cui da un’eternità condivide la tanto familiare carezzevole languida notte.

A volte, dopo tanta solitudine cercata, è necessario ricongiungersi, ricavare forza l’uno dall’altra,

tornare a dormire insieme e a risvegliarsi insieme, fare un giro in macchina per zone sperdute e luoghi abbandonati,

prendere atto del declino inesorabile di una civiltà che pare proprio non voler più salvarsi,

inorridire davanti ad un antiestetico grumo di fili elettrici (quando invece Tesla inventò “la lampadina senza connessione”), restare turbati dagli squilibri climatici alla vista di funghi spuntati fuori stagione.

Come tutte le creature viventi, l’uomo-vampiro ha fame e deve comunque alimentarsi.

Il sangue che lo tiene in vita se lo procaccia non più alla vecchia ‘troglodita’ maniera, ma, di pari passo con la sua evoluzione, gliene viene fornito in moderate quantità da una misteriosa distilleria (farmaceutica) amica,

oppure ne beve le fresche sacche dai rifornimenti ospedalieri, mediante accordi (in dio danaro) con l’irritante insulso tecnico notturno.

Lo sorseggia in piccoli calici di cristallo, come a degustare un vino di ottima annata.

Le scorte di sangue sono sempre più esigue.

Gli uomini hanno finito per avvelenare anche quello.

Purtroppo, per quanto l’uomo-vampiro desidererebbe fare a meno degli uomini-zombie non può liberarsene definitivamente.

Da loro dipende la sua sopravvivenza. Sono il tramite con l’esterno. Sono il suo cibo.

Ma quando i tempi, come il nostro presente, si fan cattivi sul serio,

quando spira vento di tempesta travolgendo anche i signori Vampiri,

allora è necessario premunirsi a dovere: regredire allo ‘stato bestiale’, sguinzagliare l’istinto, riporre in soffitta gli imperativi pacifisti, accantonare maledettismi e pose da nobiltà decaduta, limare i ferri del mestiere,

mostrare i denti aguzzi e tornare ad azzannare alla gola.

"Che fa tanto XV secolo"…

 

Notturno.

Intimistico.

Ironico e struggente.

Avvolgente, immersivo, ipnotico, funereo, decadente, ineluttabile.

Capolavoro.

 

 

       

Tilda Swinton, Tom Hiddleston

Solo gli amanti sopravvivono (2013): Tilda Swinton, Tom Hiddleston

    
Tom Hiddleston, Tilda Swinton

Solo gli amanti sopravvivono (2013): Tom Hiddleston, Tilda Swinton

 

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