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Solo gli amanti sopravvivono

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Solo gli amanti sopravvivono

di giuvax
8 stelle

Only lovers left alive, che io voglio leggere e immaginare come I soli amanti rimasti (davvero) vivi, piuttosto che seguire la traduzione italiana, non è davvero un film, e se non lo è non me ne curo, perché è una condizione mentale, uno stato emotivo perenne o reso perenne dall'esperienza. I vampiri di Jarmusch, tutt'altro che annoiati ma anzi presi da sconforto per l'incapacità di applicare la propria passione di vivere ad altri che a se stessi, sono la voce di una specie di coscienza condivisa e sotterranea, entità primordiali che hanno avuto il tempo di aggiungere esperienza a sensibilità.
Questo mi ha fatto venire in mente (solo ora mentre lo sto scrivendo, ma evidentemente covavo durante la visione del film) due film che hanno qualcosa in comune con questo: The man from Earth, ossia come sarebbe un uomo di Neanderthal se fosse sopravvissuto attraverso le epoche fino ai giorni nostri; e Waking life, nello specifico episodio in cui i personaggi disegnati su Julie Delpy e Ethan Hakwe chiacchierano appunto sull'ipotesi di una specie di coscienza 'genetica' collettiva che avanza grosso modo in sincronia in qualsiasi parte del mondo, e che sforna dunque più o meno negli stessi periodi le stesse idee a distanza di centinaia, migliaia di chilometri. Come se ci fossero concetti e intuizioni che prima o poi debbano uscir fuori, da tanti punti distanti e diversi del mondo.


Ecco, i vampiri di Jarmusch sono una chiave di interpretazione della realtà (e non a caso si chiamano Adam e Eve), già a partire dalla splendida sequenza iniziale in cui il disco sul piatto ruota e la macchina da presa ruota analogamente su ciascuno di loro, benché si trovino in parti del mondo diverse. Sono sincroni, sono allineati, sono parte del meccanismo ma assolutamente indipendenti. Adam e Eve, che poi metaforicamente a metà film si sdoppia aggiungendo Eva, sorella / doppio / opposto del personaggio di Eve, quello 'sano' e legato ad Adam, Adam e Eve sono tutto quel che basta a raccontare dell'Essere umano e della sua natura.


Questo pomeriggio di visione di Jarmusch è stato abbastanza singolare per me: le due parti del film, il prima e il dopo l'ingresso in scena di Eva, sono stati esattamente divisi in due da un incidente avvenuto di fronte alla casa dove mi trovo: un incidente non grave ma che mi ha particolarmente colpito, perché ha coinvolto una moto che ho sentito strisciare per un lungo pezzo di strada davanti casa, e perché sono subito schizzata fuori ad aiutare la coppia coinvolta, di cui lui era praticamente indenne ma lei aveva forse delle fratture alle gambe. Tutto questo non c'entra ovviamente col film, ma è un incidente accaduto ad una coppia: e appena rientrata in casa, dopo che finalmente l'ambulanza era ripartita e non c'era più bisogno di me, la prima scena del film con cui ho proseguito la visione era proprio quella dell'arrivo di Eva a turbare la coppia.
Eva che ha già causato danni alla coppia, e che ne causerà ancora, Eva, insomma, perenne fonte di guai e complicazioni.
Lo spettatore probabilmente non si pone il problema di spiegarsi per quale motivo dei genitori possano aver dato nomi simili a due figlie: e per sicurezza Jarmusch poco dopo sottolinea la stranezza facendo confondere il personaggio di Ian, che scambia i nomi delle donne.
Ma Eve e Eva sono due facce della stessa entità, la Donna che si affianca all'Uomo. Nello stesso periodo, lei e lui sognano Eva, sanno che si starà avvicinando, la temono. Eve la teme perché è parte di sé, conosce bene il pericolo che rappresenta ma è più tollerante e accomodante, perché ha faticato per allontanare lei e la carica distruttiva che porta. Adam è duro e deciso, non vorrebbe vederla per nessun motivo al mondo, ma accetta il compromesso a patto di rimanere sempre vigile (ma come poi si comincia a intuire, non abbastanza da evitare di nuovo guai).
Qual è il succo di questa mia lettura? I soli veri amanti rimasti vivi non sono di questo mondo. Sono sì archetipi, sfaccettature negative incluse, ma per sopravvivere si sono trasformati: sono vampiri, hanno imparato a vivere in un altro modo, si cibano di altro, seguono altre regole. E per sopravvivere in questo altro modo hanno una sola cosa da fare nella vita, in questa loro perenne vita: isolarsi dal resto delle persone. Isolarsi nella ricerca sempre più accurata e dura di sangue non infetto, e isolarsi per continuare a praticare le cose che danno loro piacere. In una lotta che è un perenne fare i conti con se stessi, venire a patti con la realtà, cosa che riesce sempre meno a Adam, entità (o lato) maschile, accarezzato dall'idea del suicidio nonostante le numerose passioni e gioie di vivere, mentre continua a riuscire bene ad Eve, all'entità (o al lato) femminile, che non smette mai di coltivare le proprie passioni e cerca di andare all'osso, di trovare un senso all'eternità che li condanna e però li lega.
Sì, li lega anche l'amore: nel 1868 sono al loro terzo matrimonio, e il sentimento tra loro non accenna a svanire. Ma l'amore non è solo sentimento grezzo, è anche un progetto, una proiezione di sé con l'altro, una perenne tensione alla condivisione di cose proprie con l'altro, e non con tutti. Non implica necessariamente presenza fisica, e infatti è proprio perché attraverso centinaia di anni Adam e Eve si sono anche allontanati che il loro legame è forte e indissolubile (il film comincia con lei a Tangeri e lui a Detroit).
Adam e Eve sono i soli amanti rimasti davvero vivi (per me) perché vengono dalle origini e hanno attraversato tutto, trasformandosi sia fisicamente che spiritualmente, venendo lentamente a conoscenza dei segreti del mondo e delle note dolenti dell'umanità che lo abita.

- Eve, you’re ruthless, you’re brutal.
- I’m a survivor, baby.

La macchina da presa li segue la maggior parte del tempo a distanza, intorpidita e galleggiante, per rendere un'atmosfera di lentezza come può essere la realtà da loro percepita, lenta perché lunga e dilatata nel tempo e nello spazio, soprattutto in un'epoca come quella contemporanea dove tempo e spazio si fondono, si sovrappongono e si comprimono sfruttando tutte le forme di tecnologia a disposizione.
Eva arriva a distruggere un equilibrio solo perché è normale che periodicamente avvenga, è naturale che entrambi lo temano, ed è fondamentale che poi lo superino e risolvano insieme. Adam e Eve sono la carta vincente rispetto all'umanità che li circonda, malandata, sfatta, malata e marcia ("go back and rot in L.A.!"). Loro due saranno forse vampiri, una deviazione innaturale e magari anche pericolosa, ma grazie a quella deviazione hanno sperimentato la vita più di chiunque altro, cercandone infine (trovandone?)  il senso, racchiuso in una battuta che appartiene ad Eve esattamente prima dell'arrivo di Eva:

How can you have lived for so long  and still not get it?
This self-obsession, is a waste…  of living!
It could be spent on surviving things.
Appreciating nature,  nurturing kindness, and friendship…  and dancing!

La vita è tutta qui, e tutta lì davanti ai loro occhi. Non sono meno reattivi e sensibili degli esseri umani (da loro soprannominati zombi), sono solo a un livello superiore di conoscenza e percezione della realtà. Ballano, dormono, mangiano, compongono musica. La musica meriterebbe un discorso a parte, ma basti dire che è un'analoga e ininterrotta ipnosi. Un flusso unico che concorre al fascino magnetico del film.

 

Lascio qui la colonna sonora e un pezzo in particolare che mi è rimasto in loop nel cervello.

Press play to start floating!

 

Colonna sonora completa

 

Il mio loop

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