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Il gigante egoista

Regia di Clio Barnard vedi scheda film

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La recensione su Il gigante egoista

di alan smithee
8 stelle

CANNES 2013 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Il "gigante egoista" del titolo è un rozzo rivenditore di ferraglia, che si trova, nonostante il caratteraccio tutt'altro che accomodante, ad assumere (in nero ovviamente) due quattordicenni non proprio portati per gli studi e sempre a spasso, tra una espulsione e una fuga tattica dalla scuola e dalle sue noiose ore di lezione. E' così che il biondino e smilzo ma scaltro Arbor e il suo amico più robusto e sensibile Swifty iniziano il loro commercio e i loro sotterfugi trafugando tra i rottami e rubacchiando qua e là il rame dalle centrali elettriche incustodite. Ogni mattina anziché andare a scuola i due salgono su un carro arruginito trainato da un cavallo sonnolento ricevuto in prestito dal gigante (che nel ricompensare in nero i due amici gli trattiene loro pure ed ironicamente una percentuale per le tasse) per caricarsi di ferraglia e guadagnarsi la giornata. Il lavoro è pure l'occasione per Swifty per dimostrare tutta la sua abilità come fantino, una passione che deriva dal suo amore senza fine per i cavalli:  il caso vuole che il loro ruvido padrone di lavoro ne possieda alcuni, alcuni dei quali vengono impiegati in corse clandestine organizzate per la strada, alle quali il ragazzo vorrebbe partecipare come sfidante.
Opera seconda della giovane regista inglese Clio Barnard dopo un documentario curiosamente intitolato come il nome del biondo scaltro protagonista di questo suo film, The selfish giant è un film molto riuscito sulle amarezze di una vita sempre in salita, sui piccoli piaceri e le soddisfazioni per quel poco di buono che può succedere ad una classe sociale che vive ancora oggi di espedienti in uno degli stati più emancipati del mondo occidentale. Girato nel Regno Unito e parlato con lo stretto idioma locale che ne rende necessario la sottotitolatura in inglese (oltre che in francese vista la presentazione in terra francofona) il film drammatico e riuscito è una tragica epopea che sfocia nel dramma più doloroso, quello che tuttavia consentirà al gigante di fare un pur tardivo esame di coscienza e di ammettere tutte le proprie responsabilità nei confronti di due ragazzini che, come tutti i coetanei, sognavano una via d'uscita dal buio corridoio in cui il destino li ha incanalati senza nessuna scelta o demerito. Un film bello e toccante come sanno essere le produzioni inglesi quando hanno come protagonista lo strato sociale più basso e proprio per questo più vero e schietto.

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