Regia di Harald Zwart vedi scheda film
Un film tutt'altro che perfetto e una storia già sentita: angeli contro demoni. Ma quale fantasy può vantare estrema originalità, nell'eterna lotta del bene contro il male? E' con la verve che deve fare colpo.
Sulla "sporca" riga di Underworld, Shadowhunters risfodera un look tra il gotico e l'harleysta, l'antico e il moderno in piacevole equilibrio tra loro, rune magiche al posto di tatuaggi la fanno da padrone; ma quello che più salta all'occhio è la generosa presenza di un cast bellissimo e giovane, come già successo nel venticinquenne mondo di "In Time". Non importa che i personaggi siano cattivi, buoni o super partes, l'importante è che dai lineamenti perfetti traspaia la loro fortunata condizione di semidei (malvagi o no, "gli eroi son tutti giovani e belli"). Inaspettatamente ci si ritrova in un vortice di eleganza, alla ricerca di una misteriosa coppa, strumento di potere agognato dall'angelo caduto ed unico pretesto di esistenza di questo film. D'altronde le intenzioni del regista sono chiare: non la lezione morale nascosta dietro la storia fiabesca, né il capolavoro di azione e di tecnica alla "Hell Boy: The Golden Army"; ma una piccola parentesi di bellezza nel grigio mondo di tutti i giorni, tra un bacio rubato in una serra e incantesimi scritti sulla pelle.
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